Banche indietro in gender diversity

24 Feb 2021
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Un’analisi di Dbrs Morningstar mette in guardia sugli scarsi risultati del settore bancario europeo in tema di gender diversity. Lo studio mette a confronto la composizione dei board a fine 2019 con quella di fine 2014 alla luce del contesto legislativo dei vari Paesi. Se è vero che c’è stato un miglioramento rispetto al passato, le donne rimangono però significativamente sottorappresentate nei board del settore bancario: oggi sono in media il 34% rispetto al 22% del 2014. I Paesi più virtuosi  sono Norvegia e Svezia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le singole banche con il livello più alto di rappresentanza sono Crédit Agricole, Credito Valtellinese and Svenska Handelsbanken, che hanno registrato un aumento di 20 punti base rispetto un aumento in media di 10 punti base. Inoltre, su un campione di 53 banche europee, solo sei hanno un ceo donna (tra queste in Italia Bnl) e solo tre hanno un presidente donna (tra queste l’italiana Mps).

 

Dbrs Morningstar ricorda come, per accelerare la rappresentanza femminile, alcuni Paesi (tra cui l’Italia) abbiamo introdotto quote di genere a livello legislativo. Il meccanismo delle quote non è tuttavia esente da problemi sotto due aspetti: in alcuni casi le quote sono disapplicate perché non portano a sanzioni (in Italia invece è prevista una sanzione fino a un milione di euro); l’imposizione di quote si concentra sul risultato, in contrasto alle ragioni che stanno dietro la disuguaglianza.

L’analisi cita gli esempi di Finlandia e Danimarca che hanno scelto una strada diversa da altri Paesi scandinavi. La prima finanzia programmi per lo sviluppo delle donne nella forza lavoro per prepararle a un possibile ingresso nei board. La seconda richiede alle grandi aziende di avere policy sulla gender diversity a livello di management che implicano di indicare l’obiettivo dell’azienda in relazione alla composizione del board su un arco temporale di quattro anni, le misure per raggiungerlo e i progressi effettuati. «Entrambi questi approcci – si legge nel report – rispondono alle tematiche sollevate dall’Eba nel febbraio 2020 in relazione alla sottorapresentanza delle donne nel management, attraverso un focus sullo sviluppo della carriera e sulla crescita della rappresentanza femminile ai livelli di senior management, e non attraverso la focalizzazione sul risultato finale».

 

 

 

 

 

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