Bce, come gli Esg (non) cambiano i crediti alle miniere
La regolamentazione Esg bancaria può essere uno strumento efficace per sostenere la sustainability transition. Poiché gli ambiziosi obiettivi di sostenibilità devono affrontare sfide di finanziamento, il settore finanziario ha il compito di convogliare più capitali privati verso investimenti sostenibili. Tuttavia la diffusione delle tecnologie sostenibili richiede spesso investimenti in asset non-Esg-compliant (la transizione verso i veicoli elettrici, ad esempio, richiede un aumento dell’offerta di materie prime per le batterie come litio, cobalto, manganese e nichel).
Il paper Impacts of Esg banking regulation on financing new sustainable technologies della Bce ha analizzato l’impatto della regolamentazione Esg (Sfdr e Tassonomia) sulla fornitura di capitali alle società minerarie che forniscono questi materiali.
I risultati hanno evidenziato come, dopo l’entrata in vigore delle normative, le banche europee abbiano ridotto in modo significativo le loro partecipazioni in società estrattive di materie prime per batterie (l’effetto è meno marcato per le aziende con rating Esg migliori). Tuttavia, il costo del capitale e il comportamento creditizio delle società rimangono invariati: il calo della domanda da parte degli istituti regolati è stato compensato dall’aumento di acquisti da parte di banche non soggette alle stesse regole, senza effetti diretti sul costo del capitale delle aziende coinvolte.
Il risultato è duplice: da un lato, le banche europee con la riduzione delle loro quote azionarie perdono parte della leva per orientare queste imprese verso pratiche più sostenibili; dall’altro, se regole simili dovessero estendersi a livello globale, la domanda complessiva potrebbe diminuire, con un aumento dei costi di finanziamento per le società minerarie che estraggono materie prime per batterie, a meno che non migliorino le loro performance Esg.
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