LA COMMISSIONE UE AVVIA L'ITER PER L’EUROPEAN SINGLE ACCESS POINT

Dati Esg: verso il database Esap

25 Gen 2021
Notizie ESG Governance Commenta Invia ad un amico
La consultazione si è aperta il 20 gennaio e si chiuderà il 3 marzo. L’obiettivo è raccogliere pareri utili all’istituzione dell’Esap: un database europeo unico di informazioni financial e non financial delle imprese. Cinque le aree di indagine

La Commissione europea avvia una consultazione sull’istituzione dell’Esap (European single access point). Un database europeo unico, dove gli stakeholder potranno consultare le informazioni pubblicate delle aziende relative sia agli aspetti finanziari che alle dimensioni ambientali, sociali e di governance. L’iniziativa, lanciata lo scorso 20 gennaio, si chiuderà il prossimo 3 marzo, restando aperta poco più di un mese. Un tema, quello del data base unico già molto caldo in sede europea, venuto alla ribalta soprattutto a seguito della crescente richiesta di uniformità e accessibilità delle informazioni Esg (di cui ETicaNews ha parlato in diverse occasioni, si veda anche l’articolo La Bce lancia la sfida: serve un database Esg unico). L’attenzione già precedentemente riservata alla tematica spiega le ragioni della breve durata della consultazione, rispetto agli standard usuali. Vi è infatti una volontà politica molto forte nel presentare la proposta legislativa in tempi stretti. L’oggetto della consultazione (scarica il documento in pdf), articolato attraverso 27 quesiti, mira a identificare un sistema europeo di gestione dati armonizzato, invitando gli stakeholder a contribuire alla definizione delle informazioni da divulgare, della governance e della caratteristiche dell’Esap. Una piattaforma online che renda facilmente accessibili e comparabili le informazioni financial e non financial, rese pubbliche dalle aziende in linea con la legislazione Ue. La creazione dell’Esap è il primo passo nell’ambito del nuovo action plan della Commissione europea per l’Unione del mercato dei capitali.

Anarchia informativa e competitività

Nonostante la legislazione Ue in materia di servizi finanziari stia sempre di più chiedendo alle imprese una disclosure informativa sempre più ricca, al fine di garantire la trasparenza delle aziende operanti nel mercato unico, allo stato dell’arte la mole di informazioni divulgate risulta frammentaria e disarticolata. Le informazioni sono ad oggi allocate attraverso diversi sistemi di divulgazione, dai registri europei dell’Esma (European Securities and Markets Authority) alla molteplicità dei registri nazionali, dove vengono depositate le relazioni finanziarie. L’elevato grado di asimmetria informativa, presente in Europa tra le aziende e gli investitori, rischia di impedire in molti casi l’accesso degli stakeholder alle informazioni finanziarie e a quelle legate alla sostenibilità. Una condizione che sempre di più potrebbe ridurre la competitività del mercato dei capitali europei, a discapito di quelli concorrenti. Una condizione particolarmente dannosa per le aziende presenti in mercati di capitali a bassa capitalizzazione e per le Pmi. Quest’ultime, non avendo in molti casi visibilità transfrontaliera, rischiano di essere limitate nella loro relazione con i potenziali investitori e quindi nell’ottenre capitali.

CINQUE questioni chiave

Attraverso i 27 quesiti della consultazione, la Commissione pone l’attenzione su cinque questioni principali relative alla struttura dell’Esap, sulle quali invita gli stakeholder a rispondere:

  • Copertura informativa da includere all’interno dell’Esap (da 1 a 7). L’obiettivo di questa sezione è quello di elaborare una gerarchia di priorità informative, al fine di stabilire quali  informazioni includere nell’immediato e quali in futuro.
  • Format e standard attraverso i quali rendere accessibili le informazioni (da 8 a 11). Quattro quesiti che mirano a risolvere il problema dell’attuale mancata incomparabilità tra le informazioni fornite.
  • Architettura e modalità per garantire qualità e integrità delle informazioni raccolte (da 12 a 16). La consultazione indaga sulle modalità di governance dell’architettura della piattaforma. Una responsabilità che potrebbe essere affidata a un organismo responsabile del coordinamento informatico e dei dati presenti sulla piattaforma.
  • Modalità attraverso le quali garantire anche le Pmi nell’accesso a finanziamenti da parte dei mercati (da 17 a 21).
  • Costi e benefici (da 22 a 27)
Le novità in gioco

La necessità di rendere più accessibili, comparabili e fruibili le informazioni accomuna i due grandi filoni strategici del nuovo corso intrapreso dalla Commissione Europea: finanza sostenibile e digitale. Lo sviluppo dell’Esap ha come obiettivo quello di includere un’ampia gamma di informazioni rese pubbliche dalle imprese. Informazioni che possano essere adattate principalmente alle esigenze degli investitori ma al tempo stesso tenere in considerazione anche le richieste della più ampia cerchia di stakeholder, considerando le informazioni legate alla sostenibilità, utili sia ai fini di allocazione del capitale sia come termometro reputazionale. La costruzione dell’Esap dovrà tenere in considerazione anche le modalità attraverso le quali incorporare le informazioni relative alle aziende, non appartenenti ai mercati dei capitali, come le Pmi, con l’obiettivo di facilitare la loro capacità di ricevere finanziamenti. Per fare questo, più che creare ex novo, risulta necessaria una razionalizzazione dei sistemi di disclosure esistenti, evitando di attribuire ulteriori oneri informativi alle imprese.

Stefano Ferrari

 

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