Ministero economia: Italia indietro su parità di genere sul lavoro

26 Ott 2020
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L’Italia è il Paese che ha registrato, in termini di uguaglianza di genere, i maggiori progressi nel periodo 2005-2017 a confronto con gli altri Stati dell’Unione europea, guadagnando dodici posizioni (ora è quattordicesima). Tuttavia, il Paese rimane ultimo in termini di divari sul lavoro: le donne hanno meno possibilità di occupazione, diversità dei redditi e stipendi inferiori. È quanto emerge dalla relazione sul Bilancio di genere del ministero dell’Economia, in una sintesi pubblicata sulla newsletter Asvis.

Il dossier, presentato martedì 20 ottobre dalla sottosegretaria Cecilia Guerra durante l’audizione in Commissione Bilancio di Senato e Camera, utilizza 128 indicatori diversi dei divari di genere nell’economia e nella società, elaborati da istituzioni italiane (Inps e Istat) ed europee. Dalla relazione è emerso che il reddito medio delle donne rappresenta circa il 59,5% di quello degli uomini a livello complessivo.

Il tasso di occupazione femminile in Italia nel 2019 è ancora molto basso (50,1%) e registra una distanza di 17,9 punti percentuali da quello maschile. Molto ampi i divari territoriali, con un tasso di occupazione delle donne pari al 60,4% al Nord e al 33,2% nel Mezzogiorno.

Molto allarmanti, secondo Asvis, i dati del dossier in merito alle statistiche dell’Ispettorato nazionale del lavoro sulle dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri che, oltre ad un continuo aumento dal 2011, segnalano, anche per il 2019, un fortissimo divario di genere: le dimissioni volontarie coinvolgono le madri nel 73% dei casi.

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