Webranking, in quattro non quotate passano lo stress test

30 Nov 2016
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Come rispondono le maggiori società non quotate alla crescente richiesta di “presa di responsabilità” da parte dei clienti e della comunità? La risposta arriva, per il terzo anno consecutivo, dalla ricerca Webranking che emette un verdetto chiaro: solo 4 società tra le 62 analizzate passano lo stress test di trasparenza. Si tratta di Sace, Pirelli, Ferrovie dello Stato e Granarolo. Il dato è però in miglioramento: l’anno scorso le “promosse” erano due.

«Poiché i criteri della ricerca derivano dalle esigenze degli stakeholder, Webranking può essere considerato come uno stress test della trasparenza e dell’apertura sui canali digitali», spiega la società di consulenza Lundquist che ha condotto in Italia la ricerca in collaborazione con la società svedese Comprend. La premiazione si svolge oggi a Milano al termine di una giornata di studio sulla comunicazione corporate online, il Lundquist european seminar on digital corporate communication.

Nel dettaglio, Sace (53,2 punti su 80) mantiene salda la prima posizione, seguita da Pirelli & C. (49,1) e da Ferrovie dello Stato (43) che sale dalla sesta alla terza posizione. Granarolo, scesa alla quarta posizione, si mantiene sopra la metà del punteggio massimo.

Aumentano le società “rimandate”, dal 26% del 2015 al 31%: si tratta di quelle aziende che hanno registrato un punteggio tra il 30% e il 50% del punteggio massimo. Diminuiscono invece le aziende “bocciate”, cioè quelle che hanno ottenuto meno del 30% del punteggio massimo che passano al 63% dal 70%. Si tratta comunque di oltre due terzi del campione.

Tra le aziende che hanno migliorato maggiormente il loro punteggio ci sono: Barilla, Sace, Ferrero, Illy, Ferrovie e IBL.

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