L’esg identity distigue tra “la” consulenza e “il” consulente

Lettera del consulente sostenibile /3

12 Ott 2021
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In questa riflessione ricevuta da un consulente, emerge la distinzione tra la professione (come "cosa") e l'attività soggettiva (come persona"). La tesi è che questo secondo piano deve prevalere quando si parla di finanza responsabile e di identità Esg

Mi sono sentito sovente interrogare da specialisti e colleghi Consulenti finanziari sulle motivazioni che mi spingono a parlare e scrivere valorizzando il ruolo del Consulente finanziario sostenibile più che della Consulenza finanziaria sostenibile.

La risposta più elementare che ho sempre cercato di dare, è che la Consulenza si riferisce al mondo e allo svolgimento delle “Cose”, il Consulente al mondo e alla identità delle “Persone”.

La prima denominazione si esprime attraverso lo studio di cose esterne alla persona, negli oggetti prodotti dalla sua attività; la seconda riguarda il soggetto e le sue motivazioni profonde.

Il fatto che la stessa domanda sull’argomento mi venga posta anche da persone preparate sulla conoscenza dei prodotti finanziari sostenibili, mi induce a precisare le mie argomentazioni.

Lasciatemi prima dire che preferisco di gran lunga la lettura su carta stampata e che aspetto con una certa impazienza che venga stampato ESG BUSINESS REVIEW  con la sua bella colorazione indaco e arancione ogni sei mesi, sapendo che quel tipo di lettura mi suggerirà valutazioni più profonde sui vari argomenti trattati nelle discussioni sulla Sostenibilità.

In particolar modo nel numero di primavera 2021, e vengo al dunque, ho trovato molto interessante l’argomento Identity riferito alla Governance a cura di Elena Bonanni: «… ESG Identity è un concetto a tutto tondo che va ben oltre l’aspetto del posizionamento, ma diventa fattore di funzionamento dell’azienda. E, di più, addirittura, fattore di pensiero dell’azienda. Ecco perché di fatto, è l’intero Integrated Governance Index che si evolve in un ESG Identity Index […] Ma il termine ESG Identity, ossia il concetto di identità, richiama qualcosa di molto più completo dell’aspetto (esteriore) del posizionamento. Attingendo alla filosofia o alla psicologia o alla sociologia, il concetto di Identità riconduce a consapevolezza, personalità, legame tra il proprio io ed il mondo. E, ancora, richiama la continuità nell’essere, la coerenza, “la firma delle cose” (le virgolette sono mie, ndr)».

«Ci siamo», mi sono detto: eccoci arrivati al punto, come sostengo da diversi anni. L’Etica entra a gamba tesa nel dibattito sulla funzione della Produzione sostenibile. «Facciamo uscire allo scoperto la precedenza del ”senso“ e mettiamolo al posto che gli spetta e cioè a supporto di ogni “cosa” sostenibile creata».

È la scelta individuale di ognuno, la proprio Identità, a dare “senso” e quindi scopo alle ”cose” che poi verranno create. Ci deve essere un’etica individuale all’origine delle produzioni materiali sostenibili. Ci deve essere un atto di cultura individuale verso la Sostenibilità, prima della messa in opera di quest’ultima in prodotti o progetti. La riflessione sul “senso” da dare alle “cose” deve avere almeno pari importanza dei prodotti o progetti creati. Per tornare all’argomento iniziale, il seme che precede e dà valore alla Consulenza finanziaria sostenibile dovrebbe essere un atto “etico individuale” del Consulente finanziario sostenibile.

Così come giustamente si propone che I’Identity stia alla base dei progetti di Governance nel settore Corporate, anche nel settore della Consulenza finanziaria ci si dovrebbe proporre che alla base ci sia l’Identity del Consulente finanziario.

Di conseguenza, la formazione sulla Consulenza finanziaria sostenibile, oltre allo studio sui prodotti, regolamenti, normative vigenti etc…andrebbe integrata con la riflessione sull’etica individuale del Consulente.

Alla prossima…

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Marco Rota

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