ET.INTERVISTA/254 – Giovanni Maggi, presidente

Maggi: «Srd II, da Assofondipensione un supporto agli istituzionali»

25 Mar 2021
Interviste ESG Market Commenta Invia ad un amico
Il principio “comply or explain” ha garantito ai fondi la possibilità di diffondere informazioni «utili, chiare e accessibili sia nel caso del comply sia nel caso dell’explain», sostiene Maggi, che sottolinea come la vera novità sia «la previsione in merito alla trasparenza dei rapporti e accordi tra asset manager e istituzionali»

I fondi pensione italiani fanno i conti con la pubblicazione delle politiche di impegno sui loro siti web e con la clausola “comply or explain”, in linea con il “Regolamento in materia di trasparenza della politica di impegno e degli elementi della strategia di investimento azionario dei fondi pensione” introdotto con delibera Covip del 2 dicembre 2020. Si tratta della messa a terra effettiva della Direttiva europea Shareholder Right II (Srd II) introdotta in Italia con il Dlgs 49/2019. Da una panoramica iniziale (vedi l’articolo Srd II, per i fondi pensione meglio “explain” che “comply”) è emersa una prevalenza di “explain” nelle politiche dei fondi, come confermato anche dal presidente di Assofondipensione, Giovanni Maggi, raggiunto da ETicaNews per fare il punto sugli sviluppi futuri del nuovo quadro normativo in un orizzonte, quello europeo, che offre interessanti spunti di crescita anche in termini di “flessibilità”. Tuttavia, «prima di parlare di comply – sottolinea Maggi –, è opportuno valutare concretamente la situazione di contesto in cui operano i fondi pensione negoziali, le singole specificità e le implicazioni effettive della tematica specifica, nonché ragioni di opportunità».

Qual è stata la prima reazione dei fondi pensione aderenti ad Assofondipensione al regolamento Covip del 2 dicembre 2020?

Il Dlgs 49/2019, di attuazione della Direttiva Ue 2017/828 sull’impegno a lungo termine degli azionisti, prevede che i fondi pensione adottino e comunichino al pubblico, secondo il principio del comply or explain, una politica di impegno nei confronti delle società partecipate, nonché le modalità di attuazione di tale politica. Secondo quanto dettato dal Regolamento della Covip del 2 dicembre 2020, la suddetta politica di impegno, o le motivazioni per la sua mancata adozione, dovevano essere resi pubblici dai fondi pensione sui rispettivi siti web entro il 28 febbraio 2021 e, periodicamente, entro il 28 febbraio di ogni anno. La maggior parte dei fondi pensione negoziali soci ha adottato, entro il 28 febbraio, l’explain.

Quali prospettive apre questo nuovo principio per i fondi pensione?

Il principio del “comply or explain” ha offerto flessibilità ai fondi, permettendo di adempiere alle disposizioni del decreto o di fornire una comunicazione al pubblico chiara e motivata delle ragioni dell’eventuale scelta di non adempiere. La priorità dei fondi è stata comunque quella della divulgazione di informazioni utili, chiare e accessibili sia nel caso del “comply” sia nel caso dell’“explain”, visto che entrambe le opzioni sono legittime e ugualmente accettabili, purché siano il risultato di un processo decisionale ragionato, anche al fine di evitare il rischio sanzionatorio o reputazionale nel caso di dichiarazioni non conformi.

Quali sono state le maggiori novità per i fondi pensione nell’adeguamento alla norma (anche in relazione con gli asset manager)?

La vera novità della normativa è la previsione in merito alla trasparenza dei rapporti e accordi tra asset manager e investitore istituzionale. Tuttavia, prima di parlare di comply è opportuno valutare concretamente la situazione di contesto in cui operano i fondi pensione negoziali, le singole specificità e le implicazioni effettive della tematica specifica, nonché ragioni di opportunità.

Questo significa anche cambiamenti in termini di disclosure…

In termini di disclosure, in linea generale, le caratteristiche dei comparti dei fondi sono ampiamente e costantemente rese note nei documenti del fondo (tra cui la nota informativa), mentre la correlata gestione finanziaria è improntata sul principio della diversificazione e prevede la possibilità di utilizzare i principali strumenti finanziari del mercato obbligazionario e azionario. L’attuazione delle politiche di investimento, conformemente alla normativa di settore, è affidata prevalentemente a operatori specializzati che operano sulla base di convenzioni di gestione, che prevedono limiti e rischi dell’investimento al fine di promuovere una sana e prudente gestione. Inoltre, l’elemento guida della gestione è affidato a indici di riferimento (i benchmark) che, anche per quanto riguarda l’investimento azionario, possono essere definiti “globali”, in quanto comprendono titoli che coprono ampie aree geografiche e sono rappresentativi di numerosi settori merceologici. Con questa impostazione, il singolo investimento azionario per il singolo Fondo risulta quasi sempre molto contenuto con un conseguente riflesso sulla quantità dei diritti amministrativi esercitabili dalla forma pensionistica, quali il voto in assemblea, che rende in molti casi non particolarmente significativa l’iniziativa e l’intervento che il Fondo potrebbe promuovere. Tra i motivi di opportunità vanno ricompresi anche gli aspetti operativi da strutturare e i costi da sostenere per un presidio organizzato dell’attività, a fronte dei quali non è altrettanto misurabile l’effetto di engagement promosso.

Ha rilevato criticità nel panorama italiano nell’esecuzione della norma?

Il decreto, come detto, ha recepito la Direttiva 2017/828 quasi letteralmente, senza fornire ulteriori indicazioni a supporto dei fondi pensione e così anche il Regolamento, emanato dalla Covip, segue la medesima direttrice. Le istruzioni sui termini e sulle modalità secondo i quali i fondi pensione sono chiamati a pubblicare la politica di impegno e le informazioni sull’accordo di gestione (o le motivazioni della deroga) lasciano ampi margini di discrezionalità ai fondi.

Questo cosa ha determinato per i fondi e come si è mossa l’associazione?

La necessità di approfondire una serie di aspetti in termini di sistema. L’Associazione si è messa a disposizione dei fondi soci per fornire il necessario supporto. Ha reso disponibile il documento “Considerazioni sul principio del comply or explain” redatto con Mefop, corredato degli approfondimenti e degli schemi di delibera, per coadiuvare i fondi nella riflessione e negli adempimenti poi effettuati entro il 28 febbraio 2021. Inoltre, l’Associazione ha organizzato in favore dei fondi soci un corso di formazione, svolto tra gennaio e marzo, sulla Direttiva Shareholder Rights II e sui temi dell’azionariato attivo, tenuto da esperti della materia, (Nicola Cucari dell’Università la Sapienza di Roma e Sergio Carbonara di Frontis Governance), per una migliore conoscenza e sensibilizzazione su questi temi complicati.

Quale sarà la spinta di Srd II per la finanza sostenibile?

La Srd II si inserisce in un momento particolarmente cruciale per lo sviluppo della finanza sostenibile, finalizzato a rafforzare il ruolo della finanza nella transizione verso un’economia sostenibile, per gestire in modo più efficace i rischi finanziari associati agli aspetti ambientali, sociali e di governance e incoraggiare un approccio degli investitori istituzionali orientato al lungo periodo. Proseguirà pertanto l’approfondimento e l’impegno dell’Associazione in favore dei fondi soci per l’attuazione delle disposizioni normative e la valutazione di percorsi condivisi anche in termini di sistema.

Raffaela Ulgheri

0 commenti

Lascia un commento