Oxfam: l’elusione aumenta la povertà nel pianeta

14 Lug 2015
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Per sconfiggere la povertà è prioritario contrastare le pratiche finanziarie adottate dalle grandi aziende a livello globale, che sottraggono risorse fondamentali per lo sviluppo dei paesi poveri. E’ l’allarme lanciato da Oxfam in occasione della Terza Conferenza internazionale sui finanziamenti per lo sviluppo in corso fino al 16 luglio ad Addis Abeba, alla presenza di capi di Stato e di Governo, tra cui il premier italiano Matteo Renzi.

La conferenza di Addis Abeba è infatti una tappa fondamentale per definire gli strumenti e le risorse finanziarie necessari per sconfiggere la povertà secondo il nuovo quadro di Obiettivi di sviluppo sostenibile, che verrà adottato a fine settembre a New York dalle Nazioni Unite e che si stima richieda un investimento finanziario aggiuntivo di circa 1.500 miliardi di dollari all’anno.

Nei lunghi mesi di negoziato verso il vertice di Addis Abeba, si legge in una nota, i Paesi ricchi hanno sistematicamente bloccato ogni tentativo di riequilibrare le già ingiuste regole finanziarie internazionali di cui beneficiano Paesi e aziende del mondo occidentale, mentre sottraggono ogni anno miliardi di dollari ai Paesi poveri. Si stima che, dal 2008, per ogni dollaro che un paese in via di sviluppo è riuscito ad acquisire a suo vantaggio (attraverso, per esempio, investimenti esteri o aiuto allo sviluppo) ne abbia persi altri due a causa dell’elusione e dell’evasione fiscale compiuta a suo danno.

I negoziati in vista del summit, prosegue la nota, si sono arenati proprio sulla questione più spinosa ma al contempo centrale: la riforma del sistema fiscale globale. I Paesi ricchi si stanno fortemente opponendo all’istituzione di un comitato intergovernativo per la cooperazione fiscale che possa porre fine agli abusi fiscali da parte delle multinazionali. Secondo l’Unctad (la Conferenza Onu su Commercio e Sviluppo), i Paesi in via di sviluppo perdono in media ogni anno 100 miliardi di dollari attraverso un solo tipo di elusione fiscale, ossia quella che coinvolge i cosiddetti “paradisi fiscali”.

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