Piano Climatico, l’Ue non trova l’accordo
L’Unione europea non è riuscita a definire in tempo per l’Assemblea generale dell’Onu della prossima settimana un piano climatico vincolante per il prossimo decennio. Al posto di un impegno giuridicamente obbligatorio, i ministri dell’Ambiente dei 27 Paesi membri hanno approvato una semplice “dichiarazione d’intenti”, in cui si afferma la volontà di ridurre le emissioni di gas serra tra il 66,3% e il 72,5% entro il 2035.
Come anticipato dalla rassegna stampa di questa settimana, gli Stati membri sono ancora divisi sulla definizione dell’obiettivo intermedio al 2040, considerato una tappa cruciale verso la neutralità climatica promessa al 2050. La Danimarca, che in questo semestre guida il Consiglio dell’Ue, ha difeso l’accordo come un compromesso realistico in grado di tenere uniti gli Stati membri. Tuttavia, le organizzazioni ambientaliste hanno criticato con forza l’esito dei negoziati, denunciando la mancanza di ambizione e soprattutto l’assenza di un “contributo determinato a livello nazionale” (Ndc) giuridicamente vincolante, come richiesto dal quadro dell’Accordo di Parigi. Il nuovo Ndc europeo dovrà necessariamente essere approvato prima della Cop30 di novembre in Brasile, altrimenti l’Ue rischia di arrivare al vertice senza un mandato chiaro e condiviso.
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