ET.DIRECTORIES - I PROTAGONISTI DELLE ULTIME TRE SETTIMANE

Quelli che… fanno sostenibilità/ 107

23 Feb 2024
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Una selezione dei protagonisti della sostenibilità che ETicaNews ha incontrato nell'ultimo periodo. Una parte del mondo raccolto nelle ET.directories: Adrien Vannier, Clemence Humeau, Hannah Williams, Simone Franzò, Elodie Laugel

Nel corso delle ultime settimane, ETicaNews ha coinvolto o menzionato una serie di protagonisti del business sostenibile e responsabile. Di seguito, ne riportiamo alcuni, con una breve sintesi di ciò che hanno detto e delle posizioni che hanno espresso, con rimando al relativo articolo. Queste persone sono solo una minima parte delle centinaia di protagonisti che ETicaNews ha incrociato nel suo percorso, e che stiamo raccogliendo nelle nostre Directories, per offrire un riferimento unico ai professionisti dell’economia e finanza responsabile. Il servizio Directories fa parte del pacchetto ET.pro.

ABBIAMO PARLATO CON…

Adrien Vannier, Sustainability Strategist di Allianz Global Investors

INTERVISTA: «Il gestore? Sarà advisor della ESG Identity»

In un’intervista a ETicaNews, Adrien Vannier, Sustainability Strategist di Allianz Global Investors, società che ha ottenuto il primo posto nello standard ESG.IAMA sia nell’edizione 2022 sia in quella 2023, ha spiegato che l’ESG Identity di un gestore è oggi un asset «centrale» e offre «un forte vantaggio competitivo», soprattutto nei confronti degli investitori istituzionali. «Tutti gli investitori fanno domande oltre il prodotto, cercando di approfondire quale sia la corporate culture, la governance, i talenti dell’asset manager», ha detto Vannier. «Il perno centrale è lo shareholder engagement. Questo è il principale tool per valorizzare e sviluppare la consapevolezza di investimenti a impatto nei clienti. Il dialogo costruttivo con le aziende consente alle società di comprendere che abbiamo interessi di lungo termine e, soprattutto, che gli interessi sono allineati ai loro, con il duplice beneficio di trasparenza e coinvolgimento», ha aggiunto il Sustainability Strategist.

ABBIAMO PARLATO DI…

Clemence Humeau, Head of Sustainability Coordination & Governance di Axa Im

ARTICOLO: Sgr contro aziende: no lobbying anti-Esg

Il Axa Im ha aggiornato la propria governance and voting policy, ponendo un focus maggiore sulle aziende ad alte emissioni che fanno lobbying contro gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi. La nuova policy include il sostegno a strutture retributive più eque, l’opposizione agli emendamenti di legge che introducono assemblee degli azionisti solo virtuali, l’impegno a iniziare a divulgare la logica dietro tutti i voti contro le proposte degli azionisti relative agli Esg, ma soprattutto inserisce aspettative Esg più rigorose per le aziende. «In questa stagione di voto 2024, con i governi e l’azione politica in prima linea nella transizione energetica, l’attività di lobbying sul clima delle aziende investite di settori ad alto impatto sarà un’area di grande focus per garantire la coerenza delle società tra i loro obiettivi dichiarati pubblicamente e l’attività di lobbying intrapresa», ha affermato Clemence Humeau, Head of Sustainability Coordination & Governance di Axa Im.

ABBIAMO PARLATO DI…

Hannah Williams, autrice di Salary Transparent Street

ARTICOLO: Trasparenza salariale, un must per la Gen Z

La pay transparency o trasparenza salariale sta diventando uno standard per la Gen Z. Lo dimostra il fenomeno sulle piattaforme social generato da Hannah Williams, ex data analyst e appaltatrice governativa che ha avviato, dopo aver scoperto di essere sottopagata, un movimento di protesta e di cambiamento a favore delle informazioni sul salario, che in pochi mesi ha raggiunto milioni di follower. «Molti – sostiene Williams – non si preoccupano nemmeno di candidarsi se non si indica un range salariale. Alla Gen Z interessa soprattutto essere compensata in modo equo. È meno interessata alla fedeltà. Credo che i lavoratori della Gen Z che entrano nelle aziende ora non pensino nemmeno di rimanervi nei prossimi cinque anni. Vedono tutto come un’opportunità per imparare e crescere, ma non come una destinazione finale. Ogni mossa è strategica per aiutarli ad arrivare al passo successivo. Cercano flessibilità. Cercano una retribuzione equa».

ABBIAMO PARLATO DI…

Simone Franzò, ricercatore della School of Management del Politecnico di Milano

ARTICOLO: Transizione, la sfida di quelli “hard-to-abate”

Secondo la fotografia scattata dalla prima edizione dell’Osservatorio “Zero Carbon Technology Pathways” della School of Management del Politecnico di Milano, per raggiungere il Net zero entro il 2050 in Italia serviranno dai 30 agli 80 miliardi di euro; le tecnologie di decarbonizzazione saranno fondamentali nei settori hard-to-abate; e sarà necessario un framework normativo-regolatorio chiaro e duraturo, con incentivi alle aziende per investimenti e competenze green. «Il principio di neutralità tecnologica e la complementarità delle differenti soluzioni sono indispensabili per il successo di questa transizione e il modo in cui le imprese le porteranno a mercato, ossia il modello di business, sarà determinante. In particolare, nei settori industriali hard-to-abate sono i biocombustibili, l’idrogeno, l’elettrificazione e la Carbon Capture and Storage a rappresentare delle valide alternative per ridurre le emissioni», ha spiegato Simone Franzò, responsabile della ricerca.

ABBIAMO PARLATO DI…

Elodie Laugel, Chief Responsible Investment Officer di Amundi

ARTICOLO: Amundi: nonostante i titoli dei giornali, altro che retromarcia Esg

Il primo rapporto “Responsible Investment Views” di Amundi approfondisce sia le principali tendenze da monitorare nel 2024 sia le implicazioni per gli investitori. Il report prende una posizione netta e molto positiva sul fronte degli Esg, respingendo con convinzione l’idea di una retromarcia del sistema. Molto interessante anche lo spostamento dell’interesse del mercato sul purpose dell’investitore e del gestore (la sua ESG Identity). «I prossimi anni saranno cruciali. Una transizione più lenta comporterebbe certamente enormi costi ambientali, finanziari ed economici che devono essere attentamente identificati. Al contrario, se il mondo entrerà in uno scenario di transizione costante e ordinata, crediamo che le opportunità saranno immense. Diversi segnali dimostrano che il settore sta diventando più maturo in materia di Esg. Ora l’industria finanziaria deve fare maggiore chiarezza nella value proposition a livello di prodotto e negli impegni presi a livello aziendale», ha spiegato Elodie Laugel, Chief Responsible Investment Officer di Amundi.

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