ET.DIRECTORIES - I REPORT DELLE ULTIME TRE SETTIMANE

Quelli che… studiano la sostenibilità/ 65

29 Gen 2021
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Una selezione di studi e ricerche su business e finanza responsabili che ETicaNews ha incontrato nell'ultimo periodo. In questo numero: Wef, portfolio.earth, Kpmg, Intermonte e PoliMi, Interdisciplinary Center, University of Hong Kong, Edhec e Università Cattolica

Nella sua attività quotidiana, ETicaNews riporta o menziona con continuità ricerche, analisi, report sul business sostenibile e responsabile. Di seguito, riportiamo una selezione relativa alle ultime settimane, con una breve sintesi del contenuto e con un rimando al relativo articolo. Questi report sono una minima parte delle centinaia di ricerche che ETicaNews ha incrociato nel suo percorso, e che stiamo raccogliendo nelle nostre Directories, per offrire un riferimento unico ai professionisti dell’economia e della finanza responsabile. Il servizio Directories fa parte del pacchetto ET.pro.

ABBIAMO PARLATO DELlo studio…

The Global Risk Report 2021 (Wef )

ARTICOLO: Global risk report (Wef): «Aprire gli occhi sui rischi a lungo termine»

I rischi ambientali si confermano la prima fonte di preoccupazione in termini di impatto e probabilità. Le fratture sociali, l’incertezza e l’ansia renderanno più difficile garantire il coordinamento necessario per affrontare il progressivo degrado del pianeta. Lo afferma il Global Risk Report 2021 del Wef pubblicato il 19 gennaio, rilevando come il mondo debba «aprire gli occhi di fronte ai rischi a lungo termine». Secondo lo studio, i cambiamenti climatici, a cui nessuno è immune, continuano a rappresentare un rischio catastrofico: i lockdown in tutto il mondo hanno determinato un calo delle emissioni globali nella prima metà del 2020, ma potrebbe verificarsi un “effetto di rimbalzo” sulle emissioni. Come evidenziano i risultati della Global Risks Perception Survey, il «fallimento delle azioni di mitigazione del cambiamento climatico» rappresenta il rischio di maggiore impatto e il secondo con più probabilità di materializzarsi nel lungo periodo.

ABBIAMO PARLATO DEL report…

Bankrolling Plastics (portfolio.earth)

ARTICOLO: Così la plastica sfugge alla Csr in banca

L’inquinamento da plastica negli oceani ha raggiunto livelli d’allarme senza precedenti. E dalla preoccupazione che il settore finanziario non stia prendendo sul serio questa minaccia nasce l’iniziativa portfolio.earth. L’obiettivo del collettivo è di amplificare la crescente protesta pubblica sul tema, mettendo in luce il ruolo e la responsabilità delle banche che finanziano industrie dannose per la biodiversità. In particolare, il report “Bankrolling Plastics” analizza i finanziamenti forniti alle società chiave lungo la catena di approvvigionamento della plastica. Il documento rivela che, tra gennaio 2015 e settembre 2019, le banche hanno fornito prestiti e sottoscrizioni per oltre 1.700 miliardi di dollari a 40 attori chiave della filiera della plastica. Inoltre, rileva come le banche non abbiamo sistemi di monitoraggio (ed esclusione) dei danni nocivi alla biodiversità.

ABBIAMO PARLATO DELla survey…

The time has come – The Kpmg Survey of Sustainability Reporting 2020 (Kpmg)

ARTICOLO: Kpmg, l’80% delle aziende nel mondo rendiconta la sostenibilità

L’80% delle principali aziende del pianeta rendiconta la propria sostenibilità. Il dato arriva dall’11esima edizione della Survey of Sustainability Reporting 2020 di Kpmg, intitolata “The time has come”, che si basa su un campione (N100) di 5.200 società, rappresentanti le prime 100 nei 52 Paesi considerati. Questo tasso di rendicontazione globale di sostenibilità (N100) è aumentato di 5 punti percentuali rispetto all’ultima indagine del 2017, passando dal 75 all’80%, e dimostra che le aziende continuano a recuperare il ritardo rispetto al G250, il campione costituito dalle 250 maggiori aziende del mondo per fatturato, come definito nella classifica Fortune 500 del 2019.

ABBIAMO PARLATO DELla ricerca…

Le strategie di comunicazione delle mid & small cap quotate su Borsa Italiana in ambito ESG: un’analisi di benchmarking (Intermonte e Politecnico di Milano)

ARTICOLO: Pmi quotate, le falle nei dati Esg

Le esperte, le ambiziose e le gregarie. Con questa tripla ripartizione Intermonte e il Politecnico di Milano hanno riclassificato 21 Pmi quotate in base al loro grado di comunicazione dei dati Esg in termini di completezza ed efficacia nel Quaderno di ricerca di dicembre “Le strategie di comunicazione delle mid & small cap quotate su Borsa Italiana in ambito ESG: un’analisi di benchmarking”. L’analisi si è focalizzata, in particolare, su un campione di 21 aziende non finanziarie (17 del Ftse Italia Mid Cap, 4 del Ftse Italia Small Cap; tra queste 8 del segmento Star) con focus su industriale, energy e utilities, scelte tra quelle coperte dalla ricerca di Intermonte Sim che nel 2019 hanno divulgato più del 70% delle informazioni mappate come rilevanti ai fini Esg. Dalla ricerca è emerso che i target di Co2, le politiche remunerative e la presenza del Csr manager sono gli ambiti maggiormente carenti.

ABBIAMO PARLATO DELl’analisi…

Investment and asset pricing with Esg disagreement (Interdisciplinary Center, Chinese University of Hong Kong, Edhec Business School, Università Cattolica)

ARTICOLO: Giungla di rating Esg? L’investitore scappa

A fare le spese della mancanza di coerenza fra i rating Esg sono soprattutto le aziende “green”. È la conclusione che emerge dall’analisi “Investment and asset pricing with Esg disagreement” condotta da quattro ricercatori di differenti università: Doron Avramov, Interdisciplinary Center, Israel; Si Cheng, Chinese University of Hong Kong; Abraham Lioui, Edhec Business School, Francia; Andrea Tarelli, Università Cattolica di Milano. L’analisi rileva come un elevato disaccordo sui rating Esg possa generare una percezione ambigua sui profili Esg soprattutto di aziende sostenibili. Il disaccordo sul rating Esg comporta una maggiore avversione al rischio, un premio di mercato più elevato e una minore domanda degli investitori. Questi risultati contribuiscono a spiegare le evidenze contraddittorie sulla predittibilità della perfomance in relazione ai rating Esg, suggerendo che la mancanza di coerenza tra i giudizi possa distorcere il trade off del rischio-rendimento.

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