Rapporto Greenitaly, in crescita le imprese sostenibili

6 Nov 2020
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L’undicesimo rapporto “GreenItaly 2020”, realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere per misurare la forza della green economy nazionale mette in luce una serie di “traguardi” raggiunti (e previsti) dalle imprese italiane nell’ultimo anno. A quanto emerge dalla rilevazione un quarto delle imprese italiane intende investire nella sostenibilità nel prossimo triennio. Non solo: le imprese della green economy sono più resilienti e nel 2020 hanno registrato perdite di fatturato inferiori alle altre; innovano di più, investono maggiormente in ricerca e sviluppo e utilizzano di più le tecnologie 4.0; il 47% delle imprese di under 35 ha investito nella green economy nel passato triennio contro il 23% delle altre imprese.

Il documento, che è stato presentato in diretta streaming il 29 ottobre, come segnalato nell’Agenda di EticaNews di quella settimana (vedi l’Agenda), rivela che sono oltre 432mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti che hanno investito negli ultimi 5 anni (2015-2019) in prodotti e tecnologie green. Quasi una su tre: il 31,2% dell’intera imprenditoria extra-agricola, in crescita rispetto al 24% del quinquennio precedente. Nel manifatturiero sono il 35,8 per cento. Nel 2019, quasi 300mila aziende hanno investito sulla sostenibilità: in primo luogo in efficienza energetica, fonti rinnovabili, e taglio dei consumi di acqua e rifiuti; seguono la riduzione delle sostanze inquinanti e l’aumento dell’utilizzo delle materie seconde.

Durante la crisi del 2020, il 16% delle imprese che hanno effettuato investimenti per la sostenibilità è riuscito ad aumentare il proprio fatturato, contro il 9% delle imprese non green. L’8,2% delle imprese manifatturiere green ha avuto un calo di fatturato di oltre il 15%, quasi la metà rispetto al 14,5% delle imprese non eco-investitrici. Il vantaggio competitivo delle imprese eco-investitrici si conferma anche in termini occupazionali (assume il 9% delle green contro 7% delle altre) e di export (aumenta per il 16% contro il 12%).

L’Italia risulta il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo dei rifiuti (79%, il doppio rispetto alla media europea) e la minore produzione di rifiuti (42,3 milioni di tonnellate per ogni milione di euro, contro il 58,9 della media dei grandi Paesi Ue). La sostituzione di materia seconda nell’economia italiana comporta un risparmio potenziale pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate di CO2. Con il taglio record del 20% sull’uso dei pesticidi, l’agricoltura italiana si conferma la più green d’Europa. Siamo il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico con 80.643 operatori coinvolti. Persino durante il lockdown le vendite di prodotti bio nei supermercati sono cresciute dell’11 per cento. L’Italia ha poi il primato comunitario di giovani (gli under 35 alla guida di un’impresa agricola sono oltre 56mila) e donne in agricoltura (il 28% delle aziende agricole è guidata da donne). L’Italia, infine, è uno dei campioni mondiali nel campo della chimica verde e sostenibile e delle bioplastiche.

Nel 2018 c’erano oltre tre milioni di green job in Italia: il 13,4% dell’occupazione complessiva, con un incremento del 3,4% sull’anno precedente rispetto allo 0,5% delle altre figure professionali. Infine, il 56% delle imprese green investe nel benessere economico e sociale dei propri lavoratori e della comunità di appartenenza relazionandosi con gli attori del territorio. Tra le imprese che non fanno investimenti green, invece, le coesive sono il 48 per cento.

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