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Indici obbligazionari Esg, più complessità

28 Feb 2019
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La prima complessità è che l'indice dei bond è composto da un insieme di titoli aventi determinate caratteristiche, e non da un campione di titoli trasversali a differenti tipologie (come per gli azionari)

Per definire un indice obbligazionario è opportuno partire dalla differenziazione rispetto a un indice azionario. Il primo è composto, infatti, dall’insieme di tutti i titoli obbligazionari aventi determinate caratteristiche (ad esempio titoli obbligazionari governativi area Euro) e non da un loro campione trasversale a diverse tipologie (come avviene per i titoli azionari).

L’obbligazione, o “bond” in inglese, «è un titolo di debito emesso da società o enti pubblici che attribuisce al suo possessore, alla scadenza, il diritto al rimborso del capitale prestato all’emittente, più un interesse su tale somma» (Fonte Wikipedia).

Esistono poi  titoli obbligazionari, o emissioni obbligazionarie, di molti generi diversi ed è per questo che il panorama degli indici di questa asset class è particolarmente variegato. Innanzi tutto, le emissioni si distinguono per la natura dell’emittente, che in generale può essere una società (emissioni corporte) o uno stato/agenzia statale (emissioni governative/agency).

Le emissioni obbligazionarie si differenziano poi per alcune caratteristiche, e tra queste è importante la data di scadenza (quindi il tempo rimanente alla scadenza) e una serie di regole per il rimborso del capitale e il calcolo e pagamento degli interessi.

I principali tipi di obbligazioni sono:

  • Obbligazioni ordinarie. Titoli il cui rimborso nel caso di liquidazione o fallimento dell’emittente avviene in maniera prioritaria sul resto dei creditori . Tra queste le più conosciute sono:
  1. obbligazioni a tasso fisso: hanno cedole a tasso d’interesse costante per tutta la durata del prestito;
  2. obbligazioni a tasso variabile: offrono al possessore un rendimento variabile nel corso della vita del titolo;
  3. obbligazioni strutturate: incorporano un contratto derivato, solitamente di tipo opzionale, in tal caso il possessore percepirà una cedola premio di importo variabile contestualmente al rimborso del capitale, oppure in uno swap, in tal caso il possessore percepirà cedole periodiche di importo variabile.
  • Obbligazioni subordinate. Titoli il cui rimborso nel caso di liquidazione o fallimento dell’emittente avviene successivamente a quello dei creditori ordinari, comprese le normali obbligazioni definite senior.
  • Obbligazioni callable. Si tratta di obbligazioni a tasso fisso per le quali l’emittente si riserva la facoltà di rimborso prima della reale scadenza delle stesse.
  • Obbligazioni convertibili. Sono obbligazioni che incorporano la facoltà di convertire, a una data scadenza, il prestito obbligazionario in azioni, secondo un rapporto di cambio predeterminato.

Molto importante per la determinazione del prezzo e del tasso di interesse di una emissione è la valutazione della solvibilità del soggetto che la emette. Per questo un altro parametro da considerare nella costruzione degli indici è il rating di credito assegnato sia all’emittente (in base alla solidità dei propri bilanci) sia all’emissione (in base al rating dell’emittente e delle caratteristiche del bond stesso). Esistono perciò alcuni indici con un limite minimo di rating di credito.

LA GRANDE DICOTOMIA

La costruzione di indici Esg obbligazionari quindi prevede l’utilizzo di due metodologie di analisi, una per le società (la stessa per gli indici equity) e una per gli Stati. Quest’ultima può essere costruita sugli stessi tre pilastri E, S, G andando ad esempio a valutare, per ciascun Paese, sia lo stato di ratifica dei principali trattati in materia ambientale, di rispetto dei diritti umani e di lotta alla corruzione sia l’effettiva sua performance in questi ambiti*.

Anche in questo caso gli indici bond Esg hanno le stesse caratteristiche finanziarie degli indici tradizionali con l’unica peculiarità che gli emittenti (Stati e società) vengono valutati e quindi selezionati anche in base alla loro performance Esg. Questo, negli anni, ha dimostrato di essere un elemento di riduzione della rischiosità degli emittenti, grazie all’intercettazione di fattori di rischio complementari a quelli presi in considerazione dalle agenzie di rating di credito.

A dimostrazione di questo, da qualche anno le agenzie di rating di credito hanno dichiarato apertamente di aver inserito nelle proprie valutazioni anche elementi Esg (vedi l’articolo Esg e credito, la mappa dei rating).

*Estistono nel mondo diverse istituzioni internazionali od Ong che analizzano la performance di tutti i Paesi su alcuni aspetti specifici, esistono per esempio l’indicatore di rispetto dei diritti umani di Amnesty International, il Corruption Perceptions Index di Transparency International e così via.

Questo articolo fa parte della serie di contributi sugli indici Esg, firmati per ETicaNews da Ecpi Group, index provider specializzato in Esg con sede a Milano

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