Sostenibilità: gli italiani ci credono, ma faticano a “usarla”
La sostenibilità è ormai nel vocabolario quotidiano degli italiani, ma resta difficile da mettere in pratica. È quanto emerge dal nuovo studio “L’evoluzione della sostenibilità tra cultura, percezione e pratiche”, promosso da Fondazione PwC Italia, Jti Italia e Arel, e presentato il 4 settembre 2025 a Milano.
Realizzata su un campione rappresentativo di oltre mille persone, l’indagine evidenzia un forte divario tra consapevolezza dichiarata e comportamenti reali.
Il 51% degli italiani considera la sostenibilità molto importante nella propria vita. Ma l’azione quotidiana fatica a seguirne i principi: solo il 44% adotta comportamenti sostenibili dal punto di vista ambientale, il 41% sul piano economico, appena il 14% su quello sociale.
Le difficoltà pratiche sono evidenti:
- il 40% dice di non avere tempo per compiere scelte sostenibili.
- il 41% denuncia la mancanza di opzioni accessibili nel proprio territorio
- il 39% esprime sfiducia nelle etichette dei prodotti che si dichiarano sostenibili.
Lo studio approfondisce anche le differenze generazionali nell’approccio alla sostenibilità:
- Generazione Z (18–28 anni)
Riduce l’uso della plastica monouso (83%) e dei consumi superflui (79%). È la più disposta a pagare di più per prodotti sostenibili (86%) e mostra attenzione a inclusione e tematiche sociali. - Millennials (29–44 anni)
79% riduce i consumi energetici, 66% acquista da produttori locali, 65% da filiere etiche. Si impegnano anche in attività sociali: 39% fa volontariato, 60% partecipa a programmi formativi per i più fragili. - Generazione X (45–60 anni)
Predilige comportamenti concreti legati alla gestione domestica: riduzione degli sprechi, acquisti stagionali, prodotti riutilizzabili. L’80% vuole ridurre il consumo energetico. - Baby Boomers (oltre 60 anni)
Solo il 32% conosce la definizione di sostenibilità, ma pratica uno stile di vita sobrio e duraturo. Il 63% è disposto a spendere di più per prodotti sostenibili, ma preferisce soluzioni stabili e consolidate.
Per il 42% degli italiani, la responsabilità della transizione sostenibile spetta alle istituzioni pubbliche. Il 28% la attribuisce ai singoli cittadini, il 22% alle imprese. Secondo i promotori dello studio, però, il cambiamento richiede l’impegno condiviso di tutti gli attori della società.
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