Così le banche etiche Ue battono quelle “normali”
Nel 2023 le banche etiche hanno gestito 79 miliardi di euro in attivi (nel 2018 erano poco più di 51 miliardi) mantenendo un rapporto prestiti/attivi del 67,91%, rispetto al 60,9% dei grandi istituti europei e oltre il 70% dei prestiti erogati è stato destinato all’economia sociale. Il dato emerge dall’ottavo rapporto sulla finanza etica in Europa, “Capitale Comune” presentato lunedì da Fondazione Finanza Etica, dalla Fundacion Finanzas Eticas e da Federazione Europea delle Banche e Finanziatori Etici e Alternativi (Febea) al Parlamento Europeo.
Le banche etiche, spiega una nota, mostrano una forte qualità creditizia. Ma non è solo il rapporto prestiti/attivi a performare meglio nelle banche etiche rispetto agli istituti tradizionali: i crediti deteriorati, infatti, si sono attestati all’1,61%, contro l’1,89% delle banche tradizionali; il rendimento degli attivi (Roa) ha raggiunto lo 0,75%, superiore allo 0,64% delle grandi banche. Numeri, prosegue la nota, che dimostrano quanto la finanza etica non sia solo socialmente responsabile, ma anche solida dal punto di vista finanziario: nel 2023 le banche etiche europee hanno rafforzato l’economia sociale, hanno mantenuto un’elevata qualità del credito e sostenuto progetti sociali e comunitari dimostrando come la finanza etica possa coniugare stabilità finanziaria e impatto sociale.
Le banche etiche, spiega il comunicato, sono finanziatrici chiave dell’economia sociale. Hanno, infatti, destinato oltre il 70% dei loro prestiti a cooperative, mutue, associazioni e fondazioni, contro il 19% delle grandi banche. In alcuni casi, fino al 93% dei prestiti è andato a microimprese spesso escluse dal credito tradizionale.
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