Diversity nei cda, l’ultimatum di State Street

20 Gen 2022
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Nella sua 2022 proxy letter, Cyrus Taraporevala, ceo di State Street Global Advisors (Ssga), ha scritto ai dirigenti che da quest’anno si aspetta che tutte le società in portafoglio abbiano almeno una donna nei loro consigli di amministrazione.

Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/282 “State Street spinge per la diversity nei cda”), in questo modo, il gestore patrimoniale, che conta 3mila e 900 miliardi di dollari in gestione, amplia già per la stagione 2022 alle organizzazioni di tutto il mondo una policy che finora era stata focalizzata solo sulle società degli indici principali nei mercati sviluppati (Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Europa e Australia).

Nella lettera, Ssga ha anche dichiarato di essere pronto a votare contro i presidenti o i leader del consiglio di amministrazione delle aziende che non soddisfano le sue aspettative sulla diversità. Inoltre, la policy del gestore prevede che le società nei paesi sviluppati abbiano cda composti da almeno il 30% di donne entro il 2023 e che adottino altre misure sulla diversità, in particolare la presenza di almeno una persona di colore nel consiglio e la divulgazione di informazioni sulla diversità, come la composizione razziale ed etnica del cda.

 

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