Task force on Nature-related Financial Disclosures

Dopo la Tcfd (clima), la Tnfd sulla natura

21 Giu 2021
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Un ampio gruppo di istituzioni finanziarie e multinazionali ha lanciato l'iniziativa per favorire l'informativa finanziaria relativa alla natura. La Tnfd si è impegnata a elaborare uno standard globale per la reportistica sui rischi legati a ambiente e biodiversità entro il 2023

Un nuovo attore globale si affaccia sul campo dell’informativa finanziaria relativa alla natura: la Task force on Nature-related Financial Disclosures (Tnfd). Come anticipato dalla rassegna sostenibile della scorsa settimana (Ob/ 263) si tratta di un nuovo centro di analisi e studio che mira a fornire alle istituzioni finanziarie e alle aziende gli strumenti e i criteri necessari per valutare rischi e opportunità legati all’impatto delle attività economiche sugli ecosistemi naturali.

Il 4 giugno, la Tnfd ha pubblicato il report “Nature in Scope”, in cui descrive come intende fornire un quadro per permettere alle organizzazioni di agire sull’evoluzione dei rischi legati alla natura, con l’obiettivo di favorire uno spostamento dei flussi finanziari globali lontano da esiti negativi e verso risultati positivi per la natura. Inoltre, il rapporto complementare “Proposed Technical Scope Recommendations for the TNFD” definisce anche l’ambito tecnico proposto per la task force.

Alla guida dell’iniziativa, sostenuta da un ampio gruppo di istituzioni finanziarie e multinazionali, sono stati nominati due co-presidenti: David Craig, ceo di Refinitiv e coordinatore del dipartimento Data & Analytics del London Stock Exchange Group, e Elizabeth Maruma Mrema, segretaria esecutiva della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (Cbd).

L’idea di riunire una task force sull’informativa finanziaria relativa alla natura era stata annunciata per la prima volta nel luglio 2020. I lavori sono stati avviati lo scorso settembre da un gruppo di lavoro informale, composto da 74 membri provenienti da 24 Paesi. Tra i membri c’erano istituzioni finanziarie, aziende, governi, autorità di regolamentazione, ong e consorzi. Il gruppo, presieduto da Banorte, Bnp Paribas e il Green Finance Institute, ha lavorato per definire le raccomandazioni pratiche per la portata e il piano di lavoro della Tnfd, contenute nei report pubblicati il 4 giugno.

Il piano d’azione della taskforce

Il progetto punta a integrare il lavoro della Task force on Climate-related Financial Disclosures (Tcfd), indagando più nel dettaglio i rischi per la preservazione degli ambienti naturali e la biodiversità. La nuova iniziativa, quindi, si baserà sul lavoro della Task Force on Climate-related Financial Disclosures, che è diventato determinante per l’integrazione della questione dei rischi finanziari legati al clima. Così come ha fatto anche la Tcfd, la nuova task force intende consultare un’ampia platea di stakeholder a livello globale, con l’intento di costruire standard di trasparenza condivisi dai principali attori di mercato.

L’obiettivo è di sviluppare una disclosure volontaria e coerente per aiutare le aziende, gli investitori, i finanziatori e i sottoscrittori di fondi o assicurazioni a gestire i rischi legati alla natura, fra cui i rischi economici e legali, contribuendo così alla tutela dell’ambiente, del suolo e della biodiversità. Il nuovo gruppo si è impegnato a offrire entro il 2023 uno standard globale per la reportistica sui rischi legati alla natura, così da promuovere maggiori investimenti in attività che sostengano conservazione e sviluppo degli habitat naturali. Il framework sarà testato e perfezionato nel 2022 prima del suo lancio ufficiale nel 2023.

Perché un focus sulla natura

Nel sito dell’iniziativa viene spiegato perché molte realtà globali sentono il bisogno di strumenti dedicati alla finanza per la natura. Secondo i dati del World Economic Forum (Wef), più della metà della produzione economica mondiale dipende moderatamente o fortemente dalla natura. Si parla di 44mila miliardi di dollari di generazione di valore economico.

Inoltre, secondo i dati del Proceeding of the National Academy of Sciences (Pnas) statunitense, è stata registrata un’estinzione dell’83% dei mammiferi selvatici e del 50% delle piante. E la perdita di biodiversità rappresenta un rischio significativo per la stabilità aziendale e finanziaria. Mentre, sempre secondo il Wef, le azioni a favore della natura potrebbero generare fino a 10.100  miliardi di dollari di valore aziendale annuo e creare 395 milioni di posti di lavoro entro il 2030.

Il fronte dei sostenitori globali

Il lancio dell’iniziativa è sostenuto da un ampio gruppo di istituzioni finanziarie e multinazionali. Tra le realtà che hanno dato il proprio endorsement ci sono istituti bancari come Banque de France, Bnp Paribas, Yes Bank e World Bank; fondi fiduciari, gestori e società di servizi finanziari come Global Environment Facility, Credit Suisse e Wells Fargo Asset Management.

Ma hanno dato il proprio sostegno al progetto anche gruppi assicurativi come Axa Group; istituzioni europee come il ministero del Pacifico e dell’Ambiente al Foreign, Commonwealth & Development Office del Regno Unito, il ministero della Transizione Ecologica francese, e il ministero dell’Agricoltura, Natura e Cibo di Qualità olandese. Infine, hanno aderito anche aziende multinazionali come H&M e Kpmg International.

Alessia Albertin

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