Efama, per la transizione Ue serve “più chiarezza” Esg

26 Mar 2024
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Per sbloccare gli investimenti privati in Europa e finanziare la transizione verde e digitale, Efama suggerisce di rendere centrale la competitività, di incoraggiare i risparmiatori europei a investire di più, razionalizzare le normative Esg Ue e promuovere l’integrazione dei mercati di capitali Europei. Questi spunti vengono evidenziati dall’European Fund and Asset Management Association (Efama) nella sua pubblicazione del 19 marzo, “Unlocking private investment to fund Europe’s triple transitions: towards an enabling regulatory framework“.

La proposta di Efama nasce dalle sfide che sta affrontano l’Europa, ovvero «mobilitare centinaia di miliardi di euro all’anno per finanziare la transizione verde e digitale, affrontare l’inadeguatezza del finanziamento delle pensioni e rafforzare la propria autonomia strategica in settori quali la difesa, le tecnologie e la fornitura di materiali critici». Per sbloccare i capitali privati necessari, l’Associazione offre quattro suggerimenti:

  • sottoporre i nuovi regolamenti dell’Ue a un controllo di competitività, ridurre gli obblighi di rendicontazione non necessari, concentrarsi sulla supervisione e sull’applicazione dei regolamenti esistenti e affrontare i comportamenti anticoncorrenziali;
  • rendere la consulenza finanziaria accessibile e di qualità, attuare controlli regolari sulla salute finanziaria dei risparmiatori, migliorare l’alfabetizzazione finanziaria, riformare i sistemi pensionistici professionali attraverso l’attuazione di meccanismi di autoiscrizione e gli incentivi fiscali;
  • semplificare e rendere più facili da usare le disclosure Esg per gli investitori, migliorare l’affidabilità dei dati Esg delle imprese e dei fornitori terzi per l’utilizzo da parte dei gestori patrimoniali e razionalizzare le varie normative Esg esistenti per renderle più coerenti;
  • migliorare la trasparenza del mercato attraverso la creazione di una burocrazia più efficace e a prezzi ragionevoli, l’eliminazione dei rimanenti ostacoli fiscali agli investimenti transfrontalieri e garantendo una buona integrazione dei mercati dei capitali dell’Ue con i mercati globali.
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