APERTA CONSULTAZIONE. CHIUDE IL 27 APRILE

Esma, così la nuova profilazione Mifid II

10 Feb 2022
Notizie ESG Governance Commenta Invia ad un amico
Il 27 gennaio l'Authority ha avviato una raccolta di commenti alla proposta di adeguamento delle linee guida pubblicate nel 2018, per integrare i fattori Esg nei requisiti di adeguatezza della nuova Mifid II. Al centro di tutto le "preferenze di sostenibilità"

Garantire un’applicazione coerente e armonizzata dei requisiti in materia di adeguatezza dei clienti sul fronte della sostenibilità, assicurando che gli obiettivi sanciti dalla direttiva Mifid II (2014/65/Eu) possano essere raggiunti in modo efficiente, rafforzando il grado di protezione degli investitori. Questa è l’ambition all’origine del documento di consultazione “Consultation Paper – Guidelines on certain aspects of the MiFID II suitability requirements” pubblicato dall’Esma (European Securities and Markets Authority) giovedì 27 gennaio (scaricabile qui). Attraverso questo documento l’Authority propone una modifica delle Linee guida in materia di requisiti di adeguatezza ai sensi della Direttiva 2014/65/UE (Mifid II) per aggiornarle in relazione alle novità normative introdotte in materia di sostenibilità.

BACKGROUND

La consultazione pubblicata a fine gennaio trae principalmente origine nell’introduzione delle modifiche al regolamento delegato Mifid II, pubblicate il 2 agosto 2021, che entreranno in vigore a partire dal prossimo 2 agosto. Tali modifiche, volte a integrare i fattori di sostenibilità, i rischi e le preferenze in alcuni requisiti organizzativi e condizioni operative per le imprese di investimento, hanno innescato la revisione e aggiornamento delle linee guida del 2018.

Da questo punto di vista, il documento di consultazione non vuole eliminare, bensì integrare le precedenti guidelines, pubblicate nel 2018.

La proposta di revisione posta in consultazione tiene inoltre conto dei risultati della “Common Supervisory Action” (Csa) condotta dalle autorità nazionali competenti, evidenziando le buone e le cattive “practice”, e delle modifiche introdotte dal Capital Markets Recovery Package all’articolo 25(2) della Mifid II, senza dimenticare la coerenza con la Tassonomia e Sfdr.

DENTRO LA CONSULTAZIONE

La consultazione dell’Esma pone particolare attenzione nei confronti di tre elementi chiave, che caratterizzeranno l’entrata in vigore della nuova Mifid II:

  • integrazione della definizione di “preferenze di sostenibilità”
  • raccolta delle informazioni dai clienti sulle preferenze di sostenibilità
  • valutazione delle preferenze di sostenibilità.

Uno degli elementi imprescindibili, tra i caposaldi introdotti dagli emendamenti alla Direttiva Mifid II, riguarda il concetto di “preferenze di sostenibilità”, rispetto al quale l l’Authority chiede un parere ai propri stakeholder, al fine di inserirlo all’interno delle modifiche alle linee guida. Secondo quanto previsto dal nuovo approccio dell’Esma, infatti, «le imprese dovrebbero raccogliere le informazioni dai clienti in merito alle loro preferenze in relazione ai diversi tipi di prodotti di investimento inclusi nella definizione di preferenze di sostenibilità».

Una volta affrontato e introdotto il concetto di “preferenze di sostenibilità”, il secondo pilastro indagato dalla consultazione trae le sue origini proprio dai risultati dell’azione comune di vigilanza condotta nel 2020 dalle Autorità competenti, che avevano evidenziato che la grande maggioranza delle “investment firms” del campione di riferimento non avesse ancora incorporato la raccolta e l’analisi di informazioni Esg all’interno delle politiche e procedure di idoneità. A tal proposito, l’Esma sottolinea che le società finanziarie dovrebbero «raccogliere informazioni dai clienti per quanto riguarda le loro preferenze in relazione ai diversi tipi di prodotti di investimento inclusi nella definizione delle preferenze di sostenibilità».

Una volta raccolte le informazioni dai clienti, secondo quanto riportato dall’Esma, le imprese dovrebbero essere chiamate a valutare tali informazioni come parte integrante della valutazione d’idoneità del cliente stesso, nonostante tali preferenze debbano essere considerate poste in secondo piano rispetto ai criteri tradizionali di conoscenza, esperienza, situazione finanziaria, e obiettivi di investimento.

FORMAZIONE

Il documento di consultazione pubblicato dall’Esma approfondisce inoltre il tema relativo alle disposizioni da attuare per favorire il “matching” tra le preferenze dei clienti in materia di sostenibilità e i connotati Esg dei prodotti finanziari. Proprio a questo proposito, le Linee guida Esma richiamano l’attenzione sulla necessità di conoscenza delle caratteristiche di sostenibilità dei prodotti finanziari e sulla classificazione dei prodotti in base alle differenti caratteristiche ambientali, sociali e di governance.

In quest’ottica, entra in gioco il tema della formazione. Le Banche e le “investment firms”, stando a quanto emerso dal documento di consultazione, dovranno erogare al personale specializzato, a partire dai banker e dai consulenti, formazione sui temi della sostenibilità oltre che tracciare e aggiornare le preferenze in termini di sostenibilità espresse dai clienti.

NEXT STEPS

Questi i macro temi indagati rispetto ai quali l’Esma attende di raccogliere i feedback dai propri interlocutori, rispetto a un set di domande riportate schematicamente all’interno dell’Annex I del documento di consultazione. Il termine fissato la ricezione dei commenti da parte investitori, società d’investimento, banche e associazioni di consumatori è previsto per il 27 aprile. A seguito dell’esame dei risultati, l’Esma pubblicherà la relazione finale nel terzo trimestre del 2022.

Stefano Ferrari

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