la finanza sri italiana sconta un greenwashing alla rovescia

Prigionieri del vecchio fondo etico

8 Mag 2017
Editoriali SRI Finance Commenta Invia ad un amico
La finanza responsabile italiana sconta la cultura della charity, la stessa che aveva generato il boom di prodotti etici a inizio millennio. Una Unit Linked di Allianz dimostra che, anche se gli Esg vengono adottati per la valenza operativa, si preferisce nasconderli

editoriale_blu_homeLa finanza Sri italiana ha un paradossale nemico. L’investimento in prodotti Esg, infatti, è oggi vittima di quella stessa cultura della charity che da cinquant’anni costituisce il perno della responsabilità sociale su base volontaristica nazionale. Questo, in combinata con gli ostacoli di informazione e formazione più volte portati alla luce anche dall’Osservatorio Sri di EticaNews, e con l’indole macchiavellica dello Stivale (declinabile in malafede e “furbismo” all’italiana), ha creato una formula micidiale per i prodotti di finanza responsabile: una sorta di greenwashing alla rovescia.

PAURA DEL MALINTESO

Ovvero, ha creato la percezione che proporre prodotti con etichetta responsabile (in quanto costruiti attraverso analisi dei fattori Esg) non consenta un premio, ma costituisca invece una penalizzazione. Questo perché, appunto, la cultura italiana, in mancanza di una approfondita spiegazione e dunque conoscenza, finisce per associare in via immediata un prodotto Esg alla tradizionale charity (con contorno di malafede sulla presunta “furbata” dell’operazione), e non a un investimento finanziario. Il risultato è che sono stati costruiti prodotti con un robusto impianto responsabile, cioè capaci di garantire un buon equilibrio rischio/rendimento proprio grazie a selezioni Esg, ma sono stati nascosti. Cioè, non ne è stata svelata la natura Sri.

IL FONDO SRI NASCOSTO

Non può che leggersi in questo modo il caso di Challenge Plus, una Unit Linked che risale all’ottobre 2012, il cui più recente aggiornamento del prospetto di Offerta al pubblico risale a pochi giorni fa (31 marzo 2017, alla pagina 38 e seguenti del documento). L’analisi riguarda uno dei  fondi interni alla Unit Linked, denominato Challenge Formula Megatrend, gestito da Investitori Sgr, società appartenente al gruppo Allianz. Si tratta di un fondo flessibile, il cui obiettivo, si legge nel prospetto «è volto a perseguire la crescita di lungo periodo del capitale».

Ebbene, la cosa interessante è che questo fondo utilizza come benchmark un basket di titoli, sotto forma di indice, denominato Ecpi Global Mega Trend strategy Flexible Index. Quest’ultimo seleziona «le società capaci di sfruttare le opportunità di business che sorgono dai grandi cambi sistematici, raggruppandole in indici tematici e in strategie». Soprattutto, lo fa secondo strategie “sostenibili”, come tutti i prodotti di Ecpi che, appunto, della finanza responsabile ha fatto la propria bandiera. Di conseguenza, il fondo in questione aveva e ha tutti i crismi per classificarsi come prodotto Sri.

Eppure: niente. Non c’è una sola parola che faccia riferimento a strategie di selezione Esg, a finanza Sri o variabili responsabili. Il focus commerciale della polizza si è sempre e solo concentrato sugli aspetti tematici (Mercati emergenti, scarsità di risorse, cambiamenti climatici e dinamiche della popolazione), ma senza divagazioni.

UN LUNGO CONO D’OMBRA

La sensazione è che siano diversi i gruppi (non a caso, quelli italiani) che abbiano in casa fondi classificati (o classificabili) come responsabili, ma che agiscono con notevole prudenza nella proposizione. A guardare indietro, l’Italia è stata tra i primi mercati a lanciare quelli che erano chiamati “fondi etici”, e forse sconta ancora quel primo boom entusiastico a cavallo del millennio.

A quei tempi, infatti, la formula vincente era la proposizione dell’aspetto “valoriale” del fondo, accompagnato spesso dalla devoluzione di quote annuali, con assai poche riflessioni sulla bontà degli investimenti. Poi ci sono state le crisi che hanno spazzato via la fiducia, ed etico è rimasto sinonimo di “charity” con una spiacevole declinazione di furbata.

E così, adesso, se anche chi costruisce i prodotti ha compreso che la valenza del fondo Sri è quella operativa, e che le tecniche Esg finiscono per essere vincenti dal punto di vista finanziario, questo aspetto resta nell’ombra. Per farlo capire alla rete vendita e, da qui, all’investitore finale, c’è bisogno di processi di informazione e formazione che resettino la cultura del “fondo etico” di ieri. Per innovarla con la professionalità dell’investimento responsabile di oggi.

 

 

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