Morningstar: nessuna azienda del Ftse Mib è allineata net zero

29 Mag 2023
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Nessuna impresa italiana (indice Ftse Mib) o europea (indice Eurostoxx50) ha oggi in atto politiche low carbon che permetterebbero di raggiungere lo scenario Net Zero. Lo spiega Morningstar Sustainalytics in una nota, con la quale è stato “ufficializzato”, la scorsa settimana, il Low Carbon Transition Rating, un indicatore lanciato il 13 aprile, «basato sulla scienza, e prospettico dell’allineamento allo scenario Net Zero entro il 2050». I ricercatori calcolano il grado di esposizione alle emissioni di Co2 per ciascuna azienda, guardando al suo trend storico, quindi verificano cosa sta facendo il management per gestire queste emissioni (i piani per la transizione low carbon e la preparazione al cambiamento). Il giudizio è espresso in due modi: aumento implicito della temperatura (gradi centigradi); grado di allineamento: in una scala che va da “allineato” (1,5 °C) a “severamente disallineato” (sopra i 4 °C).

Su questa base, spiega sempre Morningstar Sustainalytics, emerge che «se l’economia globale avesse una traiettoria di azzeramento delle emissioni simile a quella che sta portando avanti Ferrari attualmente, la temperatura crescerebbe di 5,4 °C (dati al 10 maggio). La società, che è la peggiore dell’indice Ftse Mib, risulta, infatti, “severamente disallineata” rispetto all’obiettivo Net Zero. In Europa, è ancora più grave il dato di l’Oréal (6 gradi)».

Dunque, se le più grandi aziende italiane quotate a Piazza Affari (indice Ftse Mib) proseguissero lungo l’attuale traiettoria di transizione low carbon e l’intera economia globale si muovesse nella stessa direzione, non saremmo in grado di azzerare le emissioni nette entro il 2050, come previsto dagli Accordi di Parigi (Cop21). L’analisi rivela che la temperatura del globo crescerebbe di 2,95 gradi sopra i livelli pre-industriali, mentre gli Accordi di Parigi prevedono di limitare l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli preindustriali e proseguire gli sforzi per contenere l’incremento a 1,5 °C.
Se si considerano le aziende che compongono l’indice europeo Eurostoxx 50, la situazione è ancora più drammatica, con un incremento medio di 3 gradi.

Attualmente il rating copre circa 5mila grandi aziende a livello globale, di cui 33 titoli del Ftse Mib e 48 dell’Eurostoxx 50. Entro fine anno, i ricercatori puntano a espandere la copertura a oltre 8mila imprese, per poi raggiungere quota 16mila nel 2024.

In parallelo all’indicatore, «abbiamo lanciato anche un programma di engagement», ha commentato Camilla Bossi, associate director di Morningstar Sustainalytics in Italia. «Sulla base di questi dati, ci rivolgiamo alle società più disallineate per cercare di influenzarle, aiutando i nostri clienti, gli investitori, a farlo. Credo sia importante che questo rating venga utilizzato per verificare tante dichiarazioni e prodotti finanziari che utilizzano il bollino net-zero».

 

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