ET.DIRECTORIES - I PROTAGONISTI DELLE ULTIME TRE SETTIMANE

Quelli che… fanno sostenibilità/ 77

22 Ott 2021
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Una selezione dei protagonisti della sostenibilità che ETicaNews ha incontrato nell'ultimo periodo. Una parte del mondo raccolto nelle ET.directories: Anastasia Petraki, Marta Toporek, Enrico Giovannini, Philippe Donnet, Carlo Gagliardi, Steve Barclay

Nel corso delle ultime settimane, ETicaNews ha coinvolto o menzionato una serie di protagonisti del business sostenibile e responsabile. Di seguito, ne riportiamo alcuni, con una breve sintesi di ciò che hanno detto e delle posizioni che hanno espresso, con rimando al relativo articolo. Queste persone sono solo una minima parte delle centinaia di protagonisti che ETicaNews ha incrociato nel suo percorso, e che stiamo raccogliendo nelle nostre Directories, per offrire un riferimento unico ai professionisti dell’economia e finanza responsabile. Il servizio Directories fa parte del pacchetto ET.pro.

ABBIAMO PARLATO DI…

Anastasia Petraki, Head of Policy Research di Schroders

ARTICOLO: Perché la Cina batte il green bond Ue

Ha fatto molto rumore la prima emissione europea di green bond, che ha dato una dimostrazione di forza in termini di raccolta e di capacità di sottoscrizione da parte del mercato. Negli stessi giorni, tuttavia, sono arrivati segnali dalla Cina che fanno pensare che presto il Dragone sarà un avversario dell’Europa per la leadership nella finanza green. Il Paese orientale ha preso impegni colossali sul fronte net zero, ottenendo il plauso dell’International energy agency (Iea). Anastasia Petraki, Head of Policy Research di Schroders, sottolinea che «mentre altre regioni come l’Ue hanno raggiunto il picco delle emissioni nel 1990, la Cina non l’ha ancora raggiunto e prevede di farlo nel 2030. Quando lo farà, il livello di emissioni sarà probabilmente doppio o triplo rispetto al picco dell’Ue (Regno Unito incluso). Ciò significa che la Cina dovrà gestire la transizione in metà del tempo rispetto all’Ue, coprendo un livello più che doppio». Petraki riporta che «Boston Consulting Group stima che il costo della transizione sarà compreso tra 13.500 e 15.000 miliardi di dollari entro il 2050, circa il 2% del Pil cumulativo cinese nel periodo 2020-2050». Ecco perché, conclude, «Pechino potrebbe diventare uno dei leader globali delle politiche sul cambiamento climatico nei prossimi decenni».

ABBIAMO PARLATO DI…

Marta Toporek, avvocata di ClientEarth

ARTICOLO: Il gas nella Tassonomia? Viola leggi Ue

Il 5 ottobre, lo studio legale ambientale ClientEarth ha inviato alla Commissione europea una lettera in cui ammonisce le istituzioni contro la classificazione del gas come ecologico e l’inclusione degli investimenti nell’energia alimentata a gas nella categoria “green” nelle prossime normative finanziarie legate alla tassonomia climatica. Secondo gli avvocati della Terra la mossa violerebbe le stesse leggi dell’Unione, aumenterebbe i finanziamenti per il gas, devierebbe risorse dalle energie rinnovabili e incoraggerebbe il greenwashing da parte degli operatori finanziari. «Il gas è un combustibile fossile: classificarlo come sostenibile dal punto di vista ambientale non è solo assurdo, è anche illegale», ha dichiarato Marta Toporek, avvocata dell’ong. «L’Unione europea non può mantenere le sue promesse sul clima e allo stesso tempo concedere un passaggio gratuito al gas». In particolare, il problema sono le grandi quantità di metano disperse nell’atmosfera durante il processo di estrazione, trasporto e distribuzione del gas. Nella lettera, ClientEarth scrive che il metano è un potente gas serra con un potenziale di riscaldamento globale 86 volte superiore a quello dell’anidride carbonica in un periodo di 20 anni.

ABBIAMO PARLATO DI…

Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili

ARTICOLO: Giovannini: gli appalti saranno allineati agli Esg

«I nuovi progetti di fattibilità tecnico economica, cioè i punti di riferimento per gli appalti futuri del Pnrr, ma non solo, dovranno contenere le informazioni su come tali progetti contribuiranno alla riduzione della crisi climatica o alla riduzione delle disuguaglianze». Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini all’avvio del Salone della Csr e dell’innovazione sociale. Giovannini fa riferimento al decreto semplificazioni che definisce la governance del Pnrr e prevede, tra i requisiti per accedere agli appalti pubblici, un certo equilibrio in termini di occupazione giovanile e femminile, e l’impegno a realizzare una dichiarazione non finanziaria. «A valle, le amministrazioni pubbliche che giudicheranno i progetti devono avere le competenze per valutarli anche sul piano ambientale e sociale. Viene quindi messo in moto un cambiamento profondo che richiede competenze elevate e quindi formazione, e in questo le Università e i centri di formazione giocano un ruolo molto importante. Anche il nostro Ministero si è attivato in questo senso, avviando la Pnrr Academy per la formazione dei responsabili unici del procedimento, ovvero coloro che dovranno preparare i bandi e valutare i progetti», ha aggiunto il ministro.

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Philippe Donnet, ceo del gruppo Generali

ARTICOLO: Generali investirà 3 mld in green bond entro fine 2022

«Generali si impegna a investire 3 miliardi di euro in obbligazioni green e sostenibili entro la fine del 2022», ha annunciato Philippe Donnet, ceo del gruppo Generali, all’Eu Sustainable Investment Summit 2021, evento dedicato agli investimenti sostenibili, organizzato dalla Commissione Europea in seguito al lancio dello European Green New Deal, il cui obiettivo è quello di fare dell’Europa il primo continente a impatto zero entro il 2050. L’impegno sui green bond è in linea con l’obiettivo, previsto nella nuova strategia del gruppo Generali sul cambiamento climatico, di effettuare nuovi investimenti verdi e sostenibili per un valore compreso tra 8,5 e 9,5 miliardi di euro nel periodo 2021-2025. Parlando in un panel dedicato alle partnership pubblico-private, Donnet ha sottolineato l’importanza di questi strumenti per affrontare con successo i principali rischi a livello globale quali il terrorismo, i rischi informatico, il cambiamento climatico e le pandemie. «Le soluzioni per affrontare queste questioni non possono che fondarsi sulla cooperazione a tutti i livelli, in particolar modo sulle partnership pubblico-private. Come assicuratori, crediamo molto in queste partnership», ha affermato Donnet.

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Carlo Gagliardi, Managing Partner Deloitte Legal

ARTICOLO: Deloitte Legal presenta il Manifesto dello Studio Legale Sostenibile

Per favorire lo sviluppo di una professione legale che risponda alle esigenze presenti e future dei professionisti, dei clienti e di tutti i cittadini, e contribuire a una società sostenibile e inclusiva, Deloitte Legal ha redatto e adottato il Manifesto dello Studio Legale Sostenibile in linea con i principali Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdgs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. «La professione legale è di fronte una trasformazione senza precedenti. Noi avvocati siamo chiamati non solo ad adattarci a un’economia e a una società che cambia, ma a guidare un’evoluzione epocale – spiega Carlo Gagliardi, Managing Partner Deloitte Legal -. C’è bisogno di una professione legale orientata alla sostenibilità, consapevoli delle necessità più urgenti del nostro mondo digitalizzato e globalizzato. Una sostenibilità che va declinata non solo in chiave ambientale, ma anche etica e sociale. Se non agiamo subito perderemo le sfide della nostra generazione e comprometteremo irrimediabilmente il ruolo dell’avvocatura e, con esso, il benessere delle future generazioni di professionisti. Consapevoli della portata delle trasformazioni epocali nelle quali siamo immersi abbiamo deciso di fare la nostra parte promuovendo il Manifesto dello Studio Legale Sostenibile che rivolgiamo a tutti gli avvocati d’Italia».

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Steve Barclay, Minister for the Cabinet Office del Regno Unito

ARTICOLO: Londra, appalti pubblici solo per le aziende Net Zero

Il 30 settembre nel Regno Unito sono entrate in vigore le nuove misure che obbligano le aziende che vogliono partecipare ai principali contratti governativi a fissare obiettivi Net Zero. L’obbligo vale per tutte le imprese che vogliono prender parte a offerte che superano il valore di 5 milioni di sterline all’anno. Le misure richiedono alle società di impegnarsi a raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050 e di riferire pubblicamente sulle emissioni Scope 3 della loro catena di approvvigionamento e dei clienti, comprese le emissioni da viaggi d’affari, pendolarismo dei dipendenti, trasporto, distribuzione e rifiuti. «Queste nuove regole mettono in luce la nostra audace e ambiziosa agenda per raggiungere il Net Zero entro il 2050, proteggendo noi stessi e le generazioni future», ha affermato il ministro Steve Barclay. «Il governo spende 290 miliardi di sterline all’anno per gli appalti ed è giusto che usiamo questo potere di spesa per rendere più verde l’economia». Inoltre, ha aggiunto che «lavorando a braccetto con le imprese, stiamo facendo passi da gigante per garantire che questo Paese ricostruisca un’economia più verde e affronti il cambiamento climatico».

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