ET.DIRECTORIES - I REPORT DELLE ULTIME TRE SETTIMANE

Quelli che… studiano la sostenibilità/ 108

10 Mag 2024
Directories Sustainability Trend Commenta Invia ad un amico
Una selezione di studi e ricerche su business e finanza responsabili che ETicaNews ha incontrato nell'ultimo periodo. In questo numero: Linklaters e Isda, House Committee on Oversight and Accountability e Senate Budget Committee, School of Management del Politecnico di Milano e Banor Sim, Bcg e Moms First, Banca centrale europea

Nella sua attività quotidiana, ETicaNews riporta o menziona con continuità ricerche, analisi, report sul business sostenibile e responsabile. Di seguito, riportiamo una selezione relativa alle ultime settimane, con una breve sintesi del contenuto e con un rimando al relativo articolo. Questi report sono una minima parte delle centinaia di ricerche che ETicaNews ha incrociato nel suo percorso, e che stiamo raccogliendo nelle nostre Directories, per offrire un riferimento unico ai professionisti dell’economia e della finanza responsabile. Il servizio Directories fa parte del pacchetto ET.pro.

ABBIAMO PARLATO DEL REPORT…

Navigating the Risks of Greenwashing in the Voluntary Carbon Market” (Linklaters e Isda)

ARTICOLO: Crediti volontari, lo spettro greenwashing

Un recente report pubblicato da Linklaters, in collaborazione con l’International Swaps and Derivatives Association (Isda), evidenzia le sfide e le opportunità dei crediti di carbonio verificati, fornisce una panoramica sul rischio di greenwashing nel mercato dei crediti di carbonio volontario e affronta la necessità di promuovere l’integrità del mercato. Dal report, i mercati dei crediti di carbonio volontari emergono come un’importante leva per indirizzare i fondi privati verso una transizione energetica sostenibile e per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi. Tuttavia, con l’aumentare dell’adozione dei Crediti di Carbonio Verificati (Ccv) nel mercato volontario, crescono anche le preoccupazioni legate al greenwashing. Nel report, vengono analizzati i diversi tipi di rischio e le critiche contro l’integrità e l’efficacia dei crediti di carbonio per il raggiungimento degli obiettivi climatici. Il documento fornisce anche raccomandazioni in merito.

ABBIAMO PARLATO DELL’INCHIESTA…

Denial, Disinformation, and Doublespeak: Big Oil’s Evolving Efforts to Avoid Accountability for Climate Change” (House Committee on Oversight and Accountability e Senate Budget Committee)

ARTICOLO: Usa, il Congresso: la grande truffa Big Oil

I democratici statunitensi hanno presentato davanti al Congresso degli Stati Uniti i i risultati di un’indagine triennale condotta nella Commissione di Sorveglianza della Camera e della Commissione di Bilancio del Senato sulle compagnie petrolifere Chevron, Bp, ExxonMobil e Shell, sull’American Petroleum Institute e sull’Us Chamber of Commerce. Il report finale si basa su precedenti audizioni, su memorandum pubblici e su documenti interni delle major e delle organizzazioni indagate. L’inchiesta espone gli ampi sforzi intrapresi per decenni dalle società di combustibili fossili per ingannare il pubblico e gli investitori sulla loro conoscenza degli effetti dei loro prodotti sui cambiamenti climatici e per minare le iniziative per ridurre le emissioni di gas serra. Il report contiene prove di «negazione, disinformazione e linguaggio ambiguo», di «campagne concertate per confondere e fuorviare il pubblico» e del lavoro incessante delle major «per assicurare un futuro ai combustibili fossili».

ABBIAMO PARLATO DELLA RICERCA…

L’esposizione settoriale dei fondi “sostenibili”: un confronto fra i prodotti d’investimento articolo 6, articolo 8 e articolo 9” (School of Management del Politecnico di Milano e Banor Sim)

ARTICOLO: Fondi art. 6 e art. 8, gemelli “diversi”

La quinta ricerca in ambito Esg sviluppata dalla School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con il team di ricerca Esg di Banor Sim, evidenzia come cambia l’allocazione di portafoglio a seconda della classificazione Sfdr tra fondi sostenibili e non sostenibili. I fondi articolo 8 presentano un’allocazione settoriale piuttosto simile a quella dei fondi tradizionali articolo 6, in media con le stesse sovraesposizioni o sottoesposizioni rispetto all’indice di riferimento. Al contrario, i fondi articolo 9 presentano un’allocazione ben diversa, e sembrano seguire scelte di asset allocation piuttosto indipendenti dal benchmark con strategie più vicine a quelle dei fondi tematici. Anche in termini di diversificazione, i fondi articolo 8 non differiscono particolarmente dai fondi articolo 6. Risultato opposto si osserva per i fondi articolo 9, che risultano significativamente più concentrati rispetto a quelli articolo 6 e, di conseguenza, meno diversificati.

ABBIAMO PARLATO DELL’ANALISI…

Childcare Benefit Survey” (Bcg e Moms First)

ARTICOLO: Benefit-bimbi. Quanto rende all’azienda?

I benefit per l’assistenza all’infanzia (child-care benefits) offrono alle aziende degli Stati Uniti ritorni fino al 425% del loro costo. Lo dimostra l’analisi di Bcg in collaborazione con l’organizzazione no-profit Moms First. I risultati dimostrano che questi benefit sono fondamentali per la retention, la produttività e la tranquillità dei dipendenti. In particolare, trattenere anche solo l’1% dei dipendenti idonei grazie a questo tipo di benefit può coprire il costo di renderli disponibili. La ricerca include analisi finanziarie, risposte a sondaggi di circa 1.000 dipendenti e interviste personali. I dati provengono da cinque grandi aziende dei settori e-commerce, retail, ospitalità, servizi finanziari e supply-chain management. Le strategie di benefit considerate sono varie, e includono strutture in loco o nelle vicinanze da utilizzare regolarmente, servizi di supporto come l’assistenza su richiesta o a domicilio, e bonus economici adeguati per aiutare i genitori a pagare le proprie strutture.

ABBIAMO PARLATO DEL WORKING PAPER…

Business as usual: bank climate commitments, lending, and engagement” (Banca centrale europea)

ARTICOLO: Dubbi Bce sulle banche Net zero

La Banca centrale europea (Bce) ha condotto un’indagine, la prima di questo tipo, sull’impatto degli impegni climatici volontari per ridurre le emissioni finanziate, come la Net Zero Banking Alliance e gruppi simili, sul comportamento di prestito delle banche e delle società che ricevono i finanziamenti. Il working paper dipinge un quadro con risultati contrastanti. Da una parte, emerge che i membri europei della Nzba hanno ridotto del 20% i loro prestiti ai settori ad alta intensità di carbonio dopo il loro ingresso nell’Alleanza. Dall’altra, ci sono poche prove di risultati efficaci su disinvestimento ed engagement portati da questi impegni climatici volontari. La ricerca arriva alla conclusione che «le iniziative volontarie del settore privato possono avere un impatto relativamente limitato sulla decarbonizzazione». La Bce ha utilizzato i dati sul credito bancario alle imprese europee, dal 2018 al 2023, di 34 banche Ue aderenti alla Nzba, con sede in 19 Paesi del blocco.

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