Tassonomia, pioggia di cause su Bruxelles

9 Feb 2022
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La Commissione europea potrebbe presto trovarsi sul banco degli imputati a difendere le scelte fatte nell’ambito della Tassonomia europea sulla finanza sostenibile. Diverse ong ambientaliste hanno iniziato azioni legali separate contro la concessione dell’etichetta green agli investimenti in bioenergia e plastica. Anche alcuni Paesi dell’Unione hanno minacciato una causa contro l’istituzione europea per le etichette green concesse a gennaio agli investimenti nel gas e nel nucleare.

Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 285 “Tassonomia, ong fanno causa alla Commissione Ue”), la prima a muoversi è stata ClientEarth, ente benefico di diritto ambientale, che ha avviato un processo di impugnazione contro l’Unione europea per aver classificato la bioenergia come rinnovabile, e quindi concesso l’etichetta sostenibile agli investimenti in bioenergia e plastica a base biologica nella sua Tassonomia. Secondo i documenti visti da Reuters, giovedì scorso gli avvocati-attivisti hanno chiesto formalmente alla Commissione europea di rivedere le regole, entrate in vigore a gennaio, sostenendo che queste violano la legge alla base della Tassonomia dell’Ue e non riflettono le ultime valutazioni scientifiche sull’impatto climatico dell’energia da biomassa.

Il giorno prima, anche un gruppo di ong, guidate dalle no-profit Partnership for Policy Integrity e The Lifescape Project, ha chiesto alla Commissione di rivedere le regole sulla bioenergia. Palazzo Berlaymont ha 16 settimane per rispondere alle richieste, dopodiché gli attivisti potrebbero presentare ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

Inoltre, Bruxelles rischia un’azione legale separata anche da parte di alcuni Paesi dell’Ue per l’ultima serie di norme sulla Tassonomia approvate dalla Commissione la scorsa settimana. Si tratta degli atti delegati che concederebbero l’etichetta green agli investimenti nel gas e nel nucleare, che però non sono ancora entrate in vigore.

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