Confindustria, la forzatura delle Benefit nel recepimento Csrd

8 Apr 2024
In breve Companies & CSR Commenta Invia ad un amico

Tra le obiezioni mosse alla proposta di recepimento della Csrd in Italia (vedi articolo Csrd, Confindustria e Assonime no sui revisori), gli Industriali si distinguono per tirare in ballo anche le società benefit. In una prima occasione, il richiamo a questo istituto è strumentale alla richiesta di una attenuazione dei profili sanzionatori della Csrd, previsti in termini penali. «In questa logica – si legge – tali informazioni sono assimilabili a quelle annuali che le società benefit allegano al bilancio sul perseguimento del beneficio comune e per le quali il legislatore, lungi dall’introdurre un regime sanzionatorio penalistico, prevede l’applicazione dei regimi sulla pubblicità ingannevole e in tema di consumatori».

In un altro ambito, la disciplina delle società benefit viene presentata come una sorta di “alternativa” alla disciplina Csrd, in grado di sostituirsi, o quanto meno sovrapporsi, alle complesse indicazioni di rendicontazione europee.

Le società benefit, scrive Confindustria, «sono già tenute alla pubblicazione di una relazione concernente il perseguimento del beneficio comune e sono vigilate dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), che può applicare loro le sanzioni previste in tema di pubblicità ingannevole e di pratiche commerciali  sleali. Laddove le medesime società rientrino anche nell’ambito di applicazione della rendicontazione di sostenibilità, ne deriva un importante aggravio degli obblighi di disclosure e deiprofili di responsabilità. Di conseguenza, si evidenzia l’opportunità di introdurre nello Schema misure di coordinamento tra gli obblighi di rendicontazione annuale attualmente previsti dalla disciplina delle società benefit e quelli di rendicontazione di sostenibilità previsti dalla Csrd».

Non è chiaro se la richiesta giochi a favore delle benefit, innalzandone ruolo e compiti alle previsioni obbligatorie della Csrd, o giochi a sfavore, nel tentativo di mettere (finalmente) qualche paletto a un istituto i cui modelli di rendicontazione si sono rivelati piuttosto laschi.

 

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