Crif, imprese femminili al 22% del totale. Meglio al Sud

9 Mar 2022
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In Italia, a febbraio 2022, le imprese femminili sono risultate essere 1.381.987 (erano 1.312.451 alla fine del 2015), ma rappresentano solo il 22% delle imprese italiane. A quantificare la quota delle aziende in rosa, è stato Crif, attraverso il proprio ecosistema di dati Crif Information Core.

Nello specifico, lo studio ha preso in considerazione le ditte individuali con titolare donna e le società in cui la maggioranza dei componenti dell’organo di amministrazione è costituita da donne o, ancora, la maggioranza delle quote di capitale è detenuta da donne.

Il 76% di queste ha una forma giuridica di Ditta Individuale, a fronte di un 15% di Società di Capitale, un 8% di Società di Persone e il restante 1% di Associazioni iscritte in Cciaa, enti, fondazioni e società anonime.

Analizzando, invece, l’incidenza delle imprese femminili rispetto al totale delle imprese, le forme giuridiche con la quota più alta sono Società di persone (27%) e Ditte Individuali (26%).

Andando ad analizzare l’incidenza di imprese femminili nei vari settori economici, lo studio di Crif presenta una situazione estremamente variegata. Nel dettaglio, il 40% delle imprese che operano nel settore dei lavori domestici è femminile, così come il 38% di quelle attive nella sanità, mentre quasi 1 impresa su 3 è femminile nei servizi di alloggio e ristorazione e di istruzione. Seguono, per incidenza, i settori agricoltura, attività immobiliare, noleggio e agenzie di viaggio e attività artistiche. L’attività manifatturiera e i servizi di informazione e comunicazione sono riconducibili nel 18% dei casi a imprese femminili. Alcuni settori rimangono però ancora appannaggio quasi totale di imprese maschili, come nel caso dell’estrazione di minerali, di fornitura di energia elettrica, di fornitura di acqua e costruzioni.

Sul fronte geografico qualche sorpresa. Infatti, sembra essere il Mezzogiorno l’area in cui prevale la quota di aziende in rosa. Le regioni con la maggiore concentrazione di imprese femminili sono Basilicata, Molise, Umbria, con una incidenza del 25% sul totale, seguite da Abruzzo, Calabria, Liguria, Sicilia e Valle d’Aosta con il 24 per cento. Lombardia e Trentino Alto Adige registrano invece solo il 19% di imprese “rosa”, pur essendo regioni a elevata imprenditorialità. Discorso sostanzialmente analogo per il Veneto, con il 20% di imprese femminili.

 

 

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