da Forum e Csr mn una guida sul dialogo con gli investitori

Manuale di engagement per le quotate

17 Nov 2015
Notizie SRI Finance Commenta Invia ad un amico
Una strada a lungo termine che si costruisce in due. Così deve essere l'engagement secondo quanto emerge nella guida «Engagement su temi di sostenibilità» pubblicata dal Forum per la finanza sostenibile e dal Csr Manager Network. Il punto di vista? Quello delle imprese

Settimana_sri_articoloUna strada a lungo termine che non è a senso unico. Idealmente, così deve essere l’engagement: un percorso che si fa assieme, un dialogo che si costruisce in due e non un monologo uni-direzionale.

È quanto è emerso nel corso del convegno “Engagement su temi di sostenibilità”, che si è svolto all’interno della Settimana Sri e che ETicaNews ha seguito in twittercronaca diretta (vedi sintesi dei tweet) in qualità di media partner. Il titolo del convegno è lo stesso di una guida pubblicata dal Forum per la finanza sostenibile (Ffs) assieme al Csr Manager Network, che mira a insegnare a essere stakeholder consapevoli e attivi.  Ma non solo.

La pubblicazione è stata prodotta da un gruppo di lavoro cui hanno partecipato rappresentanti di blue chip italiane (tra cui Acea, Enel, Eni, Telecom, Terna, Saipem e il Gruppo Unipol) assieme a investitori, gestori, fornitori di servizi, consulenti Esg, accademici, membri di organizzazioni internazionali e Ong, e ha un sotto-titolo molto eloquente: “Le società quotate e il dialogo con gli investitori”, per sottolineare il fatto che si tratta, appunto, di un dialogo e che le imprese sono anch’esse attivamente coinvolte.

Gli interventi del convegno hanno sottolineato il carattere di reciproco interesse dell’engagement su temi di sostenibilità, importante non soltanto per gli investitori, ma anche per le società investite, che attraverso una miglior gestione dei rischi connessi a temi ambientali, sociali e di buon governo di impresa (per esempio, il cambiamento climatico, la corruzione o le condizioni di lavoro) potranno creare valore a lungo termine (altro concetto emerso a più riprese a da più relatori del convegno), sia per gli azionisti sia, più in generale, per tutti gli stakeholder.

IL DIBATTITO

A commentare il lavoro sono intervenuti, nell’ambito di due tavole rotonde moderate da Mario Molteni (Csr Manager Network) e da Marco Frey (Global Compact e Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa), Ben Peeters (Candriam), Fulvio Rossi (Terna), Ugo Biggeri (Etica Sgr), Maurizio Agazzi (Fondo Cometa), Raj Thamotheram (Preventable Surprises) e Gianluca Banfi (Gruppo Unipol).

Tra gli stakeholder da ascoltare nell’engagement, e che non possono fare azionariato attivo non essendo anche investitori, ci sono le Ong, per le quali, ha detto il presidente di Etica Sgr Ugo Biggeri, «bisogna trovare un canale sistematico».

Ben Peeters (Candriam, ex Dexia Asset Management) ha ribadito ancora una volta che le società Esg hanno risultati migliori nel lungo periodo. Il che è importante perché, ha ripreso Biggeri, chi investe Sri non lo fa soltanto per costruire un mondo migliore, ma ha anche un obiettivo economico.

Si sta verificando una crescita della Csr all’interno della strategia aziendale e l’alleanza tra Csr e investor relation è un fatto positivo, ma, ha sottolineato Fulvio Rossi, Csr manager di Terna, «per noi Csr manager è una sfida».

LA GUIDA ALL’ENGAGEMENT

La guida cerca di spiegare che cos’è l’engagement, che cosa vuol dire comunicare su temi Esg e come gestire il dialogo, ma anche come gestire gli azionisti attivi in assemblea. Il punto di vista è quello delle imprese, sollecitate dagli investitori sulle questioni legate alla sostenibilità.

E le imprese hanno interesse a imparare. «L’evidenza empirica – si sostiene nella guida – dimostra che un atteggiamento ostile da parte delle imprese rispetto all’engagement con i propri investitori rappresenta una potenziale perdita di competitività nel medio-lungo periodo, anche se non ha un impatto immediato sull’accesso al mercato dei capitali né sull’aumento del costo del capitale. Ciò significa che, accettando di ricoprire un ruolo attivo nel processo di engagement, le imprese possono evitare future ripercussioni negative».

Fausta Chiesa

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