Mercer, nel 2015 riprendono i premi variabili di breve termine

25 Mag 2016
In breve ESG Governance Commenta Invia ad un amico

Aumentano gli incentivi a breve termine erogati agli amministratori delegati delle società Ftse Mib. Lo ha rilevato la consueta ricerca annuale della società di consulenza Mercer che ha analizzato le retribuzioni fisse e variabili dei vertici di 37 delle 40 aziende del Ftse Mib. Scoprendo che  i premi percepiti dagli amministratori delegati in relazione alle performance 2015 risultano in netta crescita rispetto a quelli del 2014.

«Nel 2015  – ha spiegato Marco Valerio Morelli, Amministratore Delegato Mercer Italia – le principali società italiane pagano maggiormente sui risultati ottenuti i loro ad. La crescita dei premi a breve periodo (+87% rispetto all’anno precedente) è supportata dai risultati positivi in termini di performance economica, finanziarie e patrimoniale delle aziende, come dimostrato dall’andamento dell’indice borsistico di cui fanno parte così come dalla somma degli utili lordi prodotti che cresce complessivamente del 22% rispetto al 2014. Va posta un’attenzione critica al fatto che il campione mostra questo trend anche con riferimento alle società finanziarie».

In particolare, la remunerazione fissa assegnata agli amministratori delegati nel corso del 2015 ha evidenziato una crescita moderata rispetto all’anno precedente con riferimento alla fascia centrale del mercato (mediana: + 4%).

Nel 2015 è invece ripresa  da parte delle aziende l’erogazione di premi variabili di breve termine, rilevanti sia per quantità che per importi. Con riferimento alla fascia centrale del mercato  i premi erogati sono quasi raddoppiati rispetto all’anno precedente. Secondo i dati Mercer, le aziende che nel 2015 hanno effettivamente pagato un incentivo STI (Short Term Incentive) sono state più dell’80% del campione analizzato, rispetto al 75% dell’anno scorso; un trend ancora crescente rispetto ai livelli del 2013 (60%).

In ogni caso Mercer rileva che la diffusione dell’utilizzo dei piani di incentivazione a lungo termine è in continua crescita e aumenta l’adozione di strumenti equity, rispetto ai piani monetari.

«Il processo di gestione della compensation degli executive è sempre più complesso e richiede competenze molto diversificate – ha concluso Morelli –  Il numero di interconnessioni interne ed esterne è molto elevato e i ruoli aziendali che partecipano ai processi sono molti. Il ruolo dei Comitati, tra cui quello deputato alla remunerazione e alle nomine, è sempre più centrale nel portare a riferimento best practice di mercato locale ed internazionale, nel selezionare gli strumenti più corretti in funzione del mercato e della cultura aziendale, nel premiare comportamenti virtuosi in termini di sostenibilità futura del business. Senza dimenticare la presenza intorno al tavolo degli investitori istituzionali, che richiedono sempre più trasparenza, relazione positiva tra compensi e performance e legame con i risultati nel lungo periodo a tutela della sostenibilità delle loro scelte di investimento».

Lo studio include anche un focus sulla diversity dei board sottolineando che i consigli di amministrazione delle aziende del campione sono composti mediamente al 29% da donne, dato in costante crescita rispetto al 23% del 2015 ed al 10% del 2014 ma è ancora limitatissima la presenza di donne tra gli esecutivi.

 

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