ET.IMPACT CONTRIBUTI - LA SELEZIONE DEI TEMI DI INVESTIMENTO

Alle origini degli indici tematici Esg

28 Mar 2019
Notizie extra ESG Market Commenta Invia ad un amico
Si tratta di un sottoinsieme di indici azionari. In questo caso, però, non si ha una rappresentazione della perfomance di un mercato o settore ma si può puntare su temi specifici che seguono un rigoroso processo di selezione

Gli indici tematici sono un sottoinsieme di indici azionari, relativamente recenti, che, a differenza dei cosiddetti benchmark, non vogliono dare una rappresentazione della perfomance di un determinato mercato o settore bensì offrire la possibilità agli investitori di puntare su alcuni temi di investimento specifici.

Anche in questo caso, come per gli indici azionari (vedi l’articolo Come nasce un indice azionario Esg), la versione sostenibile di questi indici è finanziariamente equivalente a quella tradizionale ma con alcune caratteristiche specifiche:

  • il tema sottostante all’indice ha una connessione con la sostenibilità;
  • tutti i componenti dell’indice devono avere un rating minimo di sostenibilità.

I temi d’investimento sono solitamente multi settoriali, quindi per quanto riguarda il processo di costruzione, la prima fase è quella di selezionare i settori interessati al tema, la ratio con cui vengono scelti e l’importanza che ciascuno di essi ha rispetto al tema in questione.

La seconda fase consiste nel valutare la necessità di introdurre ulteriori criteri di selezione come percentuali di fatturato provenienti da una determinata attività o area geografica. Una volta stabilite le regole di base per la selezione, viene creato un universo tematico.

A questo punto avviene lo screening di sostenibilità in cui si vanno ad escludere le società che non abbiano raggiunto il rating Esg minimo stabilito in precedenza. Così si crea l’universo tematico sostenibile a cui deve essere applicato un ultimo filtro, questa volta, di natura finanziaria.

Per filtro finanziario si intende di solito uno screening della reale investibilità (liquidità) dei titoli delle società dell’universo. Per fare questo si possono usare due indicatori.

  1. Market cap: valore totale delle azioni quotate, cioè numero di azioni sul mercato * valore della singola azione. La capitalizzazione è direttamente correlata alle dimensioni della società ma anche al cosiddetto flottante, cioè alla percentuale del capitale della società quotato in borsa.
  2. Average Daily Value Traded (volume medio giornaliero degli scambi del titolo): serve a valutare quanto il titolo viene realmente scambiato ogni giorno, più i volumi sono alti più sarà facile vendere e comprare il titolo stesso.

Spesso le soglie minime di capitalizzaione e volumi scambiati vengono determinati anche sulla base dei valori medi dell’universo tematico sostenibile che si sta valutando.

A questo punto è possibile stabilire le regole di selezione finali:

  • percentuale di titoli per ciascun settore (a seconda dell’importanza che ciascuno ha rispetto al tema selezionato);
  • ordine di selezione all’interno di ciascun settore (di solito in ordine di capitalizzazione decrescente).

Occorre sottolineare che tutti gli indici, per essere tali, devono funzionare tramite regole fisse e, una volta definite le procedure di selezione, non ci deve essere alcuna aleatorietà nella scelta dei componenti.

Questo articolo fa parte della serie di contributi sugli indici Esg, firmati per ETicaNews da Ecpi Group, index provider specializzato in Esg con sede a Milano

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