Su We Wealth “Il caos delle regole Esg”, intervista a Luca Testoni

11 Nov 2022
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We Wealth ha pubblicato lunedì, 7 novembre, l’intervista fatta a Luca Testoni, co-fondatore di ET.Group, e direttore di ETicaNews, nonché organizzatore di salone.SRI, sulla ricerca sui consulenti finanziari fatta in collaborazione tra ANASF ed ET.Group: “Esg: il caos delle regole fa tornare i consulenti a scuola“.

Di seguito, alcuni stralci dell’articolo, firmato da Rita Annuziata.

Il 2021, per la finanza sostenibile in Italia, è stato un anno di grande euforia. Il 2022, invece, passerà alla storia come l’anno dell’attacco. Un anno che ha visto i consulenti finanziari fare i conti con quello che Luca Testoni (fondatore del salone.SRI) definisce come un “eccesso di regolamentazione”. E che ha finito per alimentare una fame di formazione proprio all’interno delle reti.

“Dopo il periodo di grande euforia che ha caratterizzato il 2021, quest’anno il modello Esg ha subito molteplici attacchi”, racconta a We Wealth Testoni. “Attacchi che prendono le mosse innanzitutto da alcuni grandi equivoci legati allo stesso acronimo Esg. L’equivoco di fondo è che viene considerato l’Esg come un’asset class, invece che un metodo di analisi delle asset class. È come mettere sotto attacco l’invenzione del microscopio perché qualcuno l’ha utilizzato male. L’Esg in realtà è il microscopio, il modello che ci consente di guardare a tutto lo spettro della finanza con lenti differenti”.

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Stando alla ricerca Sri: il coinvolgimento consulente-cliente condotta da Anasf e ET.Group (think tank specializzato in sostenibilità e ideatore del salone.SRI, in programma il 14 e 15 novembre al Palazzo delle Stelline di Milano) e giunta all’ottava edizione, quasi sei consulenti finanziari su dieci mostrano infatti in generale un interesse crescente nei confronti dei prodotti sostenibili e responsabili. Il 57,5% ritiene in questo contesto di possedere una buona conoscenza delle tematiche Esg, percentuale che scivola al 22,5% tra chi parla di una conoscenza “sufficiente” e al 19% tra chi parla di una conoscenza “ottima”. Se si guarda in particolare alla revisione della Mifid 2 entrata in vigore lo scorso agosto (che impone agli intermediari finanziari di tenere conto delle preferenze di sostenibilità dei clienti nel corso del processo di profilazione delle necessità finanziarie e di valutazione dell’adeguatezza dell’offerta), il 78% dei consulenti rivela come la propria rete abbia predisposto percorsi di formazione ad hoc per gestire le nuove disposizioni di trasparenza ed educazione del cliente. Eppure, oltre la metà (52,5%) considera in generale la formazione un ambito migliorabile.

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