Clima 2030: l’Ue quasi in linea, ma l’Italia viene bocciata
La Commissione europea ha pubblicato il nuovo bilancio sui Piani Nazionali Integrati per l’Energia e il Clima (Pniec) aggiornati degli Stati membri, confermando che l’Unione è quasi in linea con il target di riduzione delle emissioni nette di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Al 2023 le emissioni climalteranti si sono ridotte del 37% rispetto al 1990 (–8% nel solo 2023), a fronte di una crescita economica del 68 per cento. Le proiezioni aggiornate indicano che l’Ue può raggiungere un taglio delle emissioni nette del 54% entro fine decennio e una quota di rinnovabili pari al 41%, vicina al traguardo del 42,5 per cento. Restano però ritardi sull’efficienza energetica e sul contributo del settore Lulucf, ossia l’assorbimento del carbonio da suolo e foreste, in calo negli ultimi anni.
L’Italia, secondo Bruxelles, rimane tra i Paesi più lontani dagli obiettivi europei. La versione definitiva del Pniec recepisce solo in parte le raccomandazioni ricevute nel 2023, lasciando ampie lacune nei settori regolati dall’Effort Sharing (trasporti, edifici, agricoltura, rifiuti, piccola industria) e nel comparto Lulucf. Il piano italiano viene giudicato debole anche nella pianificazione delle rinnovabili, nella definizione delle aree idonee e nell’attuazione concreta delle misure. La Commissione chiede chiarimenti sulla scelta di includere il nucleare, evidenziando costi e incognite politiche, e critica l’assenza di strategie integrate su adattamento climatico e lotta alla povertà energetica. Manca infine una roadmap per l’eliminazione dei sussidi fossili e permane un’eccessiva dipendenza da tecnologie e combustibili importati, come i biocarburanti.
Commissione EuEu Green DealGhgPiani Nazionali Energia e Clima