et. people / 12 Intervista a Sandra Bacci

La style blogger: «Preferisco i prodotti con un tocco sostenibile»

12 Apr 2019
Interviste Companies & CSR Commenta Invia ad un amico
Sul suo sito Sandra Bacci parla di moda e stile, commentando abiti e prodotti. La bellezza, dice può essere anche sostenibile, senza dover rinunciare a trucco e cura della persona

Sandra Bacci è un’insegnante di matematica che, nel tempo libero, ha deciso di affidare a un blog, “smilingchic.com“, la sua passione per lo stile.  «La moda che amo e che seguo è quella colorata, originale, ironica e accessibile», scrive per presentarsi ai suoi fan, che la seguono molto anche sui social. Su Facebook la sua pagina ha oltre 23mila follower, su Instagram la cifra sale fino a 80mila. Sandra vuole parlare di sostenibilità in modo “naturale”. «Per me sostenibilità significa proteggere l’ambiente, promuovendo e rispettando l’uguaglianza e preservando lo sviluppo e la crescita economica. La sostenibilità è, a mio avviso, l’equilibrio perfetto di questi tre obiettivi».

Sandra Bacci

La tematica del vivere e lavorare sostenibile coinvolge la sua attività di blogger?
Ovviamente sì. Come cittadina e, di conseguenza, come blogger. Le aziende ben strutturate, che in passato hanno optato per una pubblicità offline, e le startup, che si apprestano a entrare sul mercato oggi, si rivolgono sempre più a blogger e influencer in modo che i loro prodotti possano essere sponsorizzati. Le richieste che arrivano mensilmente sono tante e generalmente tra le variabili di scelta tra un progetto o l’altro, c’è proprio la sostenibilità,  sia in campo fashion, sia in campo beauty e food.  Mi spiego meglio. Novità in campo skincare? Felicissima. Ma la mia curiosità e il mio interesse  raddoppiano se scopro che i prodotti sono anche bio ed ecologici. Tra l’altro la cosmesi sostenibile ha subìto un’impennata negli ultimi anni e si può essere “sostenibilmente belle” senza rinunciare al trucco e alla cura della pelle. Anche nella moda l’attenzione verso l’ecosostenibilità è, di per sé, una tendenza. Tessuti organici, acquisto consapevole e soprattutto riciclo degli abiti usati. Da molti anni organizzo nella mia piccola città di provincia gli Swap Parties (feste in cui si barattano vestiti, ndr). Un buon modo di vivere la moda in modo sostenibile.

Crede che la sostenibilità possa essere un driver per il suo lavoro?
No non credo. Non in modo particolare. Ma credo che il lavoro dei blogger possa davvero contribuire allo sviluppo di una società più attenta alla sostenibilità, contribuendo a educare a un consumo più consapevole, attraverso l’informazione che a oggi passa soprattutto sul web. Non bisogna essere dei supereroi dell’ambiente per imparare a rispettare alcune semplici (ma utilissime) regole per evitare sprechi e consumare di meno. Credo che in questo i blogger possano aiutare mostrando essi stessi scelte e abitudini di vita sostenibili, soprattutto su piattaforme social, che sono invase da ragazzini. 

I temi sostenibili stanno entrando anche nella sua sfera privata? Pensa che possano essere un traino per la sua immagine pubblica?
Certo che sì. E mi auguro anche nella sfera privata di tutti. Sappiamo quanto il concetto di sostenibilità non sia ancora universalmente chiaro e condiviso, e quanto scetticismo ruoti intorno all’argomento. Io credo che ci sia molta pigrizia e ignoranza sulla questione. Come accade per tutte le cose che non si conoscono a fondo ne siamo spaventati, reputandole  una minaccia alle nostre libertà. C’è bisogno di una decisa azione di tutti i governi in campo energetico, ma è anche vero che ciascuno di noi può intervenire sul proprio stile di vita, con piccoli gesti, piccole modifiche. Piano piano. Io per esempio, tra le varie accortezze ho cominciato ad acquistare prodotti alimentari con maggiore attenzione alla naturalità. Compro sempre meno nei supermercati, acquisto frutta e verdura dal fruttivendolo, la carne in macelleria e il pesce in pescheria, utilizzando il più possibile buste per la spesa riciclate.

Cecilia Mussi

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