dibattito al salone Sri 2017: il mercato chiede trasparenza

Finanza Sri, serve più informazione

21 Nov 2017
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La trasparenza è una delle vie fondamentali per mantenere la fiducia negli operatori, vero asset e imput allo sviluppo futuro del settore. Grandi le aspettative verso le istituzioni pubbliche: «Perché oltre ai Btp lo stato non emette anche green bond?»

Secondo la ricerca presentata il 14 novembre 2017 al Salone dello Sri da Doxa e Forum della finanza sostenibile, la fiducia in banche e assicurazioni di una quota importante di risparmiatori aumenterebbe se ci fosse maggiore trasparenza, sui temi Esg e non solo: si va dal 50% al 70%, in base ai diversi ambiti. E una domanda di maggiore informazione arriva anche da una delle controparti dei risparmiatori: i consulenti finanziari. Secondo un’altra ricerca realizzata da Anasf in collaborazione con ETicaNews, infatti, questa categoria ritiene per il 63% l’informazione sui temi della finanza Sri migliorabile e il 19% addirittura assente.

Basta questa manciata di numeri per comprendere quanto la formazione e la comunicazione trasparente siano oggi per la finanza Sri dei temi cruciali per far crescere il settore e avviare un processo di maturazione dei risparmiatori e degli operatori. «Osserviamo l’esigenza di fare formazione a tutto il mercato. Per questo, l’evento annuale di Efpa quest’anno era dedicato proprio alla finanza Sri», ha osservato il presidente di Efpa Italia Mario Ambrosi. «Oggi i risparmiatori riconoscono l’importanza dei fattori Esg molto più di prima. Tuttavia, l’accessibilità alle informazioni sugli strumenti finanziari che più incorporano questi valori rimane scarsa e qui emerge il ruolo fondamentale dei consulenti», ha spiegato il segretario generale del Forum per la Finanza sostenibile Francesco Bicciato. E la trasparenza può innescare un corto circuito positivo facendo leva anche sulla fiducia:«Rispetto al 2013, la fiducia è in crescita e rappresenta ancora il driver principale degli investimenti. Ma questo asset si costruisce e si consolida attraverso la chiarezza e la trasparenza», ha osservato il responsabile Data science e customer esperience di Doxa Simone Pizzoglio.

In questo senso, ognuno può fare la propria parte. Dalle istituzioni pubbliche alle case d’investimento. Il gruppo Candriam, per esempio, ha appena lanciato un’iniziativa ad hoc. «Secondo una ricerca condotta da Candriam nel 2016, solo il 35% dei consulenti europei conosce i temi Sri. La nostra Academy online è aperta a tutti, con lezioni gratuite e accessibili sempre e da vari dispositivi», è intervenuta la Senior relationship manager Daniela Usai. Mirova invece, ha aggiunto la responsabile Marketing Karen Massicot, è impegnata per offrire una comunicazione immediata: «Le persone non hanno tempo per scendere nei dettagli di tutti i prodotti, per cui stiamo lavorando per mettere a punto indicatori semplici: indici Esg che permettono di confrontare i fondi rispetto a un benchmark e rating della Carbon footprint degli investimenti».

Sono azioni che possono dare al mercato la spinta in più necessaria alla finanza Sri per crescere: «Il nostro fondo Sri è nato cinque anni fa. Nei primi tre anni abbiamo osservato molto interesse e curiosità da parte dei private banker, ma non c’è stata inizialmente una crescita in termini di sottoscrizioni e investimenti», ha raccontato Pietro Calati, responsabile investimenti di Fideuram Am Ireland. E poi ci sono le istituzioni pubbliche, verso le quali ci sono aspettative alte.

Ha provato a riassumerle Gian Franco Giannini Guazzugli, membro del comitato esecutivo di Anasf: «Ci attendiamo azioni sia sul fronte dell’educazione finanziaria, sia su quello del l’esempio concreto. Perché, per esempio, oltre ai Btp lo stato non emette anche green bond? O perché anche alla finanza Sri non si offre la stessa fiscalità agevolata dei Pir? Anche questi sono modi di educare i risparmiatori».

Veronica Ulivieri

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