Antitrust e sostenibilità: le aziende nel mirino nel 2024

12 Mag 2025
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Shein, Armani, Dior, la logistica di Gls, e poi i marchi automobilistici Dr, Byd, Stellantis, Tesla e Volkswagen. Sono i nomi che emergono dalla relazione annuale del presidente Antitrust Roberto Rustichelli, presentata a fine marzo, in relazione a iniziative prese dall’Autorità sul tema della sostenibilità.

«La crescente importanza – ha detto Rustichelli – assunta dalla sostenibilità ambientale nelle dinamiche competitive in diversi mercati, che porta a una comunicazione commerciale sempre più incentrata su questo aspetto qualitativo dei beni e dei servizi offerti, ha indotto l’Autorità ad avviare numerosi procedimenti aventi ad oggetto vanti ambientali generici, vaghi o fuorvianti.
Una sanzione di 8 milioni di euro è stata irrogata alla società di logistica Gls per aver presentato il proprio programma di sostenibilità ambientale in modo non sufficientemente trasparente, inducendo ad aderirvi a titolo oneroso i clienti abbonati ad alcuni dei servizi della società.
Nel settore dell’abbigliamento è stata avviata, anche attraverso il coordinamento con le altre autorità della rete europea, un’istruttoria nei confronti di Shein, che adotterebbe strategie di comunicazione connotate da asserzioni ambientali generiche e/o fuorvianti, soprattutto tenuto conto dell’impatto ambientale del cosiddetto fast fashion.
Nel settore dei beni di lusso sono in corso accertamenti riguardanti le dichiarazioni etiche e di responsabilità sociale relative alle condizioni di lavoro e al rispetto della legalità presso i fornitori (in nota vengono menzionati Armani e Dior, ndr).
L’Autorità è altresì intervenuta nel settore automobilistico, comminando una sanzione di 6 milioni di euro alla società Dr per aver indicato, nelle proprie comunicazioni commerciali, l’Italia come luogo di produzione effettiva delle autovetture vendute, quando, in realtà, in Italia venivano svolti solo interventi marginali di rifinitura e di completamento delle auto prodotte in Cina.
Nello stesso settore, lo scorso febbraio sono state avviate quattro istruttorie nei confronti di alcuni dei principali produttori di auto elettriche (Byd, Stellantis, Tesla e Volkswagen), al fine di verificare la correttezza e la completezza delle informazioni fornite in merito alla autonomia di percorrenza chilometrica dei veicoli, alla perdita di capacità delle batterie e alle limitazioni di operatività della relativa garanzia convenzionale. Rafforzare la fiducia dei consumatori – ha concluso il presidente Antitrust – , garantendo loro informazioni trasparenti, complete e comprensibili sulle caratteristiche delle auto elettriche, è un fattore essenziale per lo sviluppo di questo settore».

CRESCE IL RATING DI LEGALITÀ

La relazione annuale ha affrontato anche gli sviluppi del rating di legalità, definito «una leva competitiva fondata sui meriti, incentivando le imprese a operare secondo elevati standard di correttezza e di sostenibilità. Esso costituisce, oramai, un fondamentale misuratore della compliance d’impresa, intesa come rispetto dei valori e dei principi di legalità ed etica aziendale.
Il rating, inoltre, è una certificazione dinamica che, per la sua intera durata, impone all’impresa obblighi informativi la cui violazione può comportarne la revoca, oltre all’impossibilità di richiederne nuovamente il rilascio per un determinato periodo di tempo.
Sempre più stazioni appaltanti lo prevedono come requisito premiale, contribuendo a diffondere la cultura della legalità nel mondo delle imprese».

«Ad oggi – ha proseguito Rustichelli -, sono circa 15.000 i soggetti titolari di rating di legalità e, a riprova dell’importanza dello strumento, tale numero è in costante crescita (16% in più rispetto all’anno precedente).
Nel periodo gennaio 2024 – marzo 2025, le decisioni in materia di rating sono state 10.294 ed ognuna di esse ha richiesto una approfondita istruttoria, svolta con la collaborazione dell’Arma dei Carabinieri, per gli accertamenti sui requisiti di legalità, e della Guardia di Finanza, per i profili di rilevanza fiscale e contributiva.
Nello stesso periodo, i dinieghi sono stati 280, determinati soprattutto dalla commissione di reati riguardanti tre ambiti: salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, tributario e ambientale».

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