position paper su temi ancora inediti in confindustria

Assolombarda svolta sul modello Esg

21 Mar 2022
Editoriali Companies & CSR Commenta Invia ad un amico
Una valorizzazione del ruolo della finanza che, questa volta, viene dalle imprese. Un evento degli Industriali lombardi segna un cambio di passo culturale, e introduce aspetti mai utilizzati in riflessioni istituzionali. Con richiami al purpose e alla ESG Identity

Si ripete da anni che la finanza gioca un ruolo centrale nella trasformazione del sistema socio-economico. Ma questo ripetere, sino a oggi, era generato principalmente dal mondo della finanza stessa, interessata, da un lato, a vedersi riconosciuto un ruolo propulsore finalmente “pulito” dopo decenni di denigrazione, e, dall’altro, interessata a creare le condizioni (i paletti e le label) per comprendere l’economia reale nella sua nuova complessità Esg. Ciò che in qualche modo mancava, era il riconoscimento ufficiale e convinto del mondo imprenditoriale. Tra i pochi eventi che, negli anni, hanno cercato di parlare di sostenibilità aziendale evidenziandone l’obbligata dipendenza dalla sostenibilità della finanza, c’è stata e c’è la ESG Business Conference (quest’anno prevista il 15 giugno a Palazzo Giureconsulti a Milano). Ma, in linea generale, gli eventi delle aziende hanno sempre messo in prima fila le problematiche Esg proprie: la rendicontazione, gli standard, la trasparenza, gli stakeholder e la compliance in generale.

IL CAMBIO DI PROSPETTIVA

La scorsa settimana, un evento di Assolombarda sembra aver spostato il tiro. Il titolo evidenzia in modo chiaro l’inversione dell’ordine delle priorità: “Finanza Sostenibile: sfide e proposte per le imprese”. Certo, le analisi hanno comunque riguardato le imprese. Ma l’appuntamento merita almeno una doppia riflessione.

La prima è che, andando a cercare in archivio e sui motori di ricerca online, fino a oggi gli appuntamenti del sistema confindustriale sui fattori Esg si sono soffermati sulle questioni di reporting e compliance, scivolando su tematiche finanziarie pricipalmente in relazione ai potenziali nuovi vincoli imposti dagli Esg all’offerta di capitale da parte delle banche o del mercato. In questo caso, invece, Assolombarda ha fatto il passaggio culturale di parlare, non di potenziali problemi, bensì di “opportunità” finanziarie consentite dagli Esg.

«È grazie alla finanza sostenibile che possiamo creare un ecosistema che possa permetterci di traguardare la crisi, rendendo premianti le scelte compatibili con la dimensione sociale, ambientale, di governance, in una prospettiva strategica», ha commentato il presidente di Assolombarda Alessandro Spada.

Frasi di circostanza?

OLTRE LE CIRCOSTANZE

Non sembra. E la motivazione porta alla seconda riflessione sull’appuntamento della Confindustria della Lombardia. In occasione dell’evento, Assolombarda ha pubblicato il position paper Finanza Sostenibile – Priorità e prospettive per la crescita e lo sviluppo delle imprese. Oltre alle raccomandazioni finali, il documento ha già una interessante valenza nella sua caratteristica più didascalica. Rispetto agli abituali documenti di  “riporto”, ossia aggreganti informazioni generali già sviluppate altrove, prodotti da enti istituzionali o di categoria, in questo caso Assolombarda ha fatto qualcosa che si può invece definire “documento guida”.

Scarica il documento.

Scorrendo il lavoro si trovano spunti di frontiera. Vengono riportati in modo coordinato gli elementi chiave dell’Action plan, ossia il regolamento Sfdr e quello della Tassonomia, menzionando anche le potenziali evoluzioni legate ai famigerati atti delegati e ai lavori della Piattaforma sulla finanza sostenibile (ente menzionato di rado, in Italia, anche in raccolte assai più accademiche). Si affrontano le normative sulla Dnf e sulla sua erede, la Non-Financial Reporting Directive (Nfdr), arrivando a elencare le posizioni in proposito dell’European Financial Reporting Advisory Group (Efrag: come per la Platform, ente spesso dimenticato in Italia). Viene anche riservato uno spazio all’European single access point, il data base unico per le informazioni Esg pensato dall’Europa. Anche sul fronte della normativa bancaria, il lavoro è approfondito, coprendo le indicazioni dell’Eba, nonché i risvolti che la Tassonomia imporrà in termini di green asset ratio bancari.

Addirittura, si è giocato d’anticipo, e si è pronosticata la regolazione della supply chain e delle retribuzioni Esg (aspetti poi entrati nella proposta di direttiva pubblicata il 23 febbraio sulla Corporate Sustainability Due Diligence)

UNA POSIZIONE CORAGGIOSA

Il documento, inoltre, non risparmia indicazioni e prese di posizione. Tra queste, merita una citazione quella in relazione ai sostegni della finanza sostenibile, in quanto spostano l’ambito di giudizio della sostenibilità dal singolo progetto al soggetto, quindi alla ESG Identity*. «In generale, suggeriamo che gli incentivi pubblici, di qualsiasi natura, debbano incentivare non tanto, o comunque non soltanto, il singolo e sporadico investimento sostenibile quanto invece l’intero percorso di integrazione della sostenibilità nelle strategie aziendali, che va dalla ricerca e sviluppo alla revisione della supply chain, dalla formazione e sensibilizzazione alla cultura della sostenibilità all’interno dell’organizzazione, dalla mappatura dei rischi alla corretta comunicazione delle informazioni di carattere non finanziario».

Infine, la menzione al purpose, altro concetto che probabilmente fa il suo esordio in un documento confindustriale: «Auspichiamo che in futuro non si parli più di “finanza sostenibile” perché sarà parte integrante della finanza “ordinaria”, allo stesso modo non si potrà più fare impresa se non in maniera sostenibile. I nuovi modelli di business dovranno andare oltre la nozione di profitto, non parlando tanto di “obiettivo aziendale” quanto di “purpose” (scopo). Aspetto molto importante nelle pmi dove l’assetto valoriale è molto forte e può fornire all’imprenditore molti spunti per integrare maggiormente la sostenibilità nel proprio modello aziendale».

È probabile che questo non sarà il più compreso dei documenti delle pubblicazioni confindustriali.

Ma senza dubbio si guadagnerà il plauso come il più coraggioso.

*Si evidenzia l’allineamento con la definizione di ESG Identity utilizzata in Integrated Governance Index: “Con ESG Identity si intende l’insieme degli elementi distintivi di un soggetto che, partendo dal suo purpose Esg, caratterizzano la sua struttura organizzativa (la governance) per arrivare alla coerenza e consistenza ESG della sua offerta al mercato, passando per le modalità con cui il soggetto pensa (la cultura aziendale ESG) e comunica sul fronte sostenibile“.

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