Salone della Csr, gli italiani più scettici sulla sostenibilità

6 Ott 2023
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Quasi la metà della popolazione italiana (46%) si dichiara pronta a scendere ad ulteriori compromessi sullo stile di vita a beneficio dell’ambiente tramite il minor consumo di energia, mangiando meno carne, limitando la plastica monouso. Quando però il comportamento sostenibile va a incidere in modo importante sulle finanze personali, la quota di virtuosi si riduce diventando meno di un terzo (31%). A dirlo è la nuova ricerca realizzata anche quest’anno da Ipsos per l’edizione nazionale de Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale, presentata mercoledì mattina all’Università Bocconi in apertura della manifestazione.

Ipsos ha realizzato circa 1.000 interviste ad un campione rappresentativo della popolazione maggiore di 16 anni. Rilevamento effettuato a maggio 2023 con metodo Cawi.

La ricerca ha evidenziato diversi aspetti positivi: il 58% degli italiani ha già investito o sta investendo per rendere la propria casa energeticamente efficiente, il 60% è pronto a rinunciare ai viaggi in aereo, il 59% a sostituire l’auto con il treno per le lunghe percorrenze. A fronte dell’impegno individuale, è richiesto un impegno pubblico: per finanziare la trasformazione sostenibile, oltre tre italiani su dieci sarebbero favorevoli ad aumentare le tasse sui patrimoni e a tagliare la spesa per la difesa, per la pubblica amministrazione locale e per beni artistici e culturali statali. Niente tagli invece per la spesa pensionistica, l’istruzione e la sanità, le aree più preziose per gli italiani, da salvaguardare anche in un’ottica di sostenibilità.

L’indagine mette in luce anche alcune criticità. Sul piano sociale, ad esempio, solo in pochi (5%) dedicano il proprio tempo o la propria professionalità per progetti a favore della comunità o per valorizzare il patrimonio culturale del proprio territorio (4%). L’altro dato in negativo riguarda l’aumento degli “scettici” sul tema della sostenibilità: se nel 2018 rappresentavano circa un italiano su dieci, oggi rappresentano più di un italiano su cinque.

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