Bocciatura Csddd, le aziende che dicono “no” (c’è Ferrero)

28 Feb 2024
In breve Companies & CSR Commenta Invia ad un amico

Si moltiplicano gli statement del business a supporto della Csddd dopo l’impasse registrato nelle scorse settimane a livello di Consiglio europeo per la prospettata astensione dal voto di Germania e Italia (ma anche di altri Paesi tra cui Svezia, si legga l’articolo “Csddd stoppata anche dall’Italia” ). Oggi la Csddd dovrebbe tornare sul tavolo del Coreper,  il comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio Ue (leggi qui l’anticipazione di ETicaNews). Non si tratta di una riunione per il voto, ma di un incontro per cercare di trovare un accordo ed evitare che riparta l’intero iter legislativo della normativa pensata per regolamentare la due diligence sui diritti umani e sull’ambiente da parte delle aziende sulle proprie attività e sulla catena del valore.

A supporto dell’attuale proposta di direttiva, oltre alle organizzazioni internazionali, presenti alcune grandi aziende che hanno pubblicato statement congiunti a supporto dell’adozione della normativa. Per l’Italia, si è registrata l’iniziativa di Ferrero, insieme ai peer Mars Wrigley e Mondelez, a difesa di una normativa che garantirebbe un «elevato livello di allineamento» con gli standard in materia di dovere di diligenza riconosciuti a livello internazionale. «La proposta di armonizzazione – si legge nello statement – fornirà standard comuni, invece di frammentazione normativa che porterebbe solo incertezza e complessità, anche per le imprese italiane». Ferrero ha preso posizione anche in Germania unendosi allo statement della EU Kakao Koalition che è stato inviato a inizio febbraio al Cancelliere tedesco.

Sempre in Italia, hanno preso posizione attraverso un public statement Legacoop e Cna, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa. Presente anche il mondo della finanza con lo statement del Forum per la Finanza Sostenibile che si è mosso in coerenza con quanto fatto da Eurosif a livello europeo.

Certamente in Italia l’appello potrebbe essere maggiormente rappresentativo. Mancano ancora infatti prese di posizione da parte di altre grandi aziende italiane e delle relative associazioni di categoria. Si registrano comunque statement congiunti da parte di grandi aziende tedesche od operanti nel Paese (come Bayer, Epson, Primark) e di aziende nordiche (come Nokia, Novo Nordisk e Danfoss).

 

Fonte: Business & Human Rights Resource Centre

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