Omnibus, la finanza Ue chiede regole Esg per le Pmi
Ancora ghiaccio sulla Omnibus. Efama, Eurosif e UnPri, in una comunicazione congiunta, chiedono ai legislatori europei di adottare uno standard volontario di rendicontazione Esg “credibile” per le Pmi escluse dall’ambito della Csrd, in seguito all’allentamento delle indicazioni previsto dal pacchetto Omnibus.
Gli enti dichiarano di apprezzare l’iniziativa della Commissione Ue di basarsi sul framework Vsme (Voluntary Sustainability Reporting for Micro and Small Enterprises), ma ne sottolineano le carenze: moduli e metriche disallineati dagli Esrs rivisti, valutazione di materialità facoltativa, copertura limitata alle operazioni dirette e assenza di interoperabilità con standard internazionali come Issb e Gri. Se applicato alle aziende con oltre 250 dipendenti, il Vsm «non garantisce dati sufficientemente granulari, comparabili e affidabili per supportare decisioni di investimento». Inoltre, gli emendamenti proposti per innalzare le soglie di applicazione della Csrd a mille dipendenti e cinquanta milioni di euro di fatturato escluderebbero molte imprese già soggette a Nfrd e Csrd, «alimentando la frammentazione del mercato e ostacolando la trasparenza lungo la catena del valore».
Efama, Eurosif e UnPri raccomandano quindi di:
- mantenere il Vsme per realtà fino a 250 dipendenti
- introdurre uno standard volontario per aziende sopra i 250 dipendenti, basato su un sottoinsieme di requisiti Esrs rivisti e con valutazione di materialità obbligatoria adattata alla loro dimensione
- chiarire il “value chain cap” affinché investitori e stakeholders possano richiedere informazioni aggiuntive.
