per vincere la partita, et. lancia indagine sugli investitori

Chi è l’alleato della Csr integrata?

27 Mar 2017
Editoriali Companies & CSR Commenta Invia ad un amico
La Csr resta ostaggio di battaglie interne all'azienda. Per vincere la partita, serve un alleato esterno: gli investitori. Per favorire l'alleanza finanza-impresa, in settimana ET. avvierà un sondaggio su come gli istituzionali affrontano gli Esg

editoriale_blu_homeQual è la principale sfida di un’azienda impegnata in Csr? O meglio, dove si colloca la principale sfida? La risposta continua a essere un paradosso: nell’azienda stessa. Ovvero, nelle altre funzioni dell’azienda, per le quali la Csr resta un lusso “etico” da trattare secondo le convenienze di immagine. Per vincere questo scontro tra divisioni interne, è sempre più chiara la necessità di un alleato esterno. E il principale alleato, questa settimana, ETicaNews andrà a cercarlo nella finanza.

LA PARTITA INTERNA

La conferma che l’ostacolo maggiore continua a essere rappresentato dalle resistenze interne emerge dai lavori dell’Integrated Governance Index 2017, il progetto sulla governance integrata che ETicaNews, assieme a TopLegal e con il supporto di Nedcommunity, Morrow Sodali e Methodos, sta sviluppando nella sua seconda edizione. Il questionario è stato esteso quest’anno al campione delle maggiori 100 aziende italiane per capitalizzazione. Ebbene, c’è un solido filo conduttore tra le reazioni fin qui raccolte. Sia per le aziende che compilano il questionario sia per quelle che non lo compilano, l’esito della partita (cioè, della compilazione) dipende (anche) dal gioco di potere tra uffici e manager interni alla società. Chi lo compila, ha come obiettivo (anche) quello di guadagnare posizioni nella gara con altre funzioni aziendali. Chi non lo compila, è (spesso) per effetto di blocchi interni di altri manager. Come a dire, se la Csr ha conquistato posizioni all’interno della struttura, rimangono comunque roccaforti più o meno potenti che la ostacolano.

Insomma, la Csr è in azienda. Ma è ancora assai lontana dal permearla, dunque dall’essere realmente “integrata” in essa. Con il rischio, come riportava un report di Bain di qualche mese fa, che il posizionamento Csr rimanga un aspetto di scuola, incapace di raggiungere i risultati concreti che si propone (il fallimento dei target sembra quali garantito: avviene nel 98% dei casi).

UN ALLEATO FORTE. E SUBITO

Dunque, serve un alleato esterno. Posto che il mercato, la catena dei fornitori e gli stakeholder territoriali hanno già avviato la propria pressione di medio-lungo periodo, l’azione di “sfondamento” ricade su chi ha il potere di interfacciarsi in modo duro, impattante e a breve termine con i vertici dell’impresa. Dunque, gli investitori.

Anche questo è emerso dalla ricerca dell’Integrated Governance Index. Diverse sono le imprese che hanno esternato quanto le riflessioni sulla Csr strategica in azienda sia attivata (o si punti a farla attivare) tramite il confronto con gli investitori. Sia con una relazione diretta sia attraverso il percorso di inclusione negli indici di sostenibilità, capaci di aprire alle aziende nuovi rapporti con potenziali azionisti.

UN ALLEATO DA EDUCARE

La forza d’impatto della finanza ha un potenziale ancora largamente inespresso. In una ricerca pubblicata dalla Harvard Business School emerge che nella finanza tradizionale, ovvero quella che non è già all’interno del circuito socially responsible investing (Sri), una quota concreta di risorse è comunque allocata considerando analisi Sri di grado più o meno approfondito. Ma questo avviene perché i gestori vengono spinti all’allocazione responsabile dai propri sottoscrittori (gli asset owner, ovvero i veri proprietari dei capitali), e avviene limitandosi a considerare gli Esg un fattore di limitazione del rischio. Viceversa, spiega Harvard, i gestori dovrebbero maturare una propria maggiore e approfondita convinzione, e integrare le analisi Esg in maniera da considerare la Csr anche come driver del posizionamento dell’azienda, dunque come fattore capace di creare valore, e non solo di limitare i rischi.

L’Italia non sfugge alla situazione descritta da Harvard. Anzi, il grado di consapevolezza sembra ancora meno sviluppato rispetto ad altri Paesi, a livello di investitori istituzionali (fondi pensione, fondazioni, casse, family office) e, di conseguenza, anche a livello di gestori tradizionali. Ma qualche “segnale di interesse”, negli ultimi mesi, è emerso in modo chiaro.

KNOCK KNOCK, ISTITUZIONALE ITALIANO

Per andare a trasformare questo “segnale di interesse” in una “piena conoscenza” dell’opportunità del’investimento Esg, nei prossimi giorni ETicaNews avvierà un’indagine presso gli investitori istituzionali italiani*. L’obiettivo è quello di comprendere quanto questi detentori di grandi patrimoni siano informati sulle tematiche Sri. La speranza è quella di contribuire ad aprire la riflessione sulle opportunità di investimento Esg. Di mettere a confronto diretto investitori e aziende. E infine, e finalmente, fare in modo che questi soggetti diventino l’alleato principale della Csr italiana, dunque l’alfiere di un modello di business più sano e responsabile.

*I risultati dell’indagine saranno presentati in occasione della Integrated  Governance Conference del prossimo 21 giugno

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