Il migliore incentivo? Per 9 su 10 è “fare comunità” coi colleghi

7 Feb 2025
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L’89% dei lavoratori italiani rende di più se c’è un senso di collettività tra i colleghi, l’88% lavora meglio se sente di “conoscere bene” le persone che ha intorno, l’87% vorrebbe che il posto di lavoro fosse una comunità. E non è solo questione di performance: per l’89% delle persone il “senso di comunità” sul lavoro è importante per la propria salute mentale, il 76% ha creato rapporti di amicizia con i colleghi, per l’85% l’esperienza in ufficio è stata di aiuto anche nella vita personale, grazie alle relazioni con persone di opinioni e background diversi.

È una forte richiesta di socialità quella che emerge dalla nuova edizione del Randstad Workmonitor, l’indagine di Randstad in 35 Paesi sulle trasformazioni del mercato del lavoro, che ha analizzato il senso di collettività e la fiducia tra i dipendenti, attraverso le interviste a 26.800 persone a livello globale, 750 in Italia. Il bisogno di “fare comunità” oggi appare imprescindibile e fortemente legato all’esigenza di benessere, espressa in modo chiaro dai lavoratori italiani: il 57% sarebbe pronto a lasciare il posto attuale se non si sentisse a suo agio (30 punti in più rispetto a un anno fa). Il 42% non accetterebbe un nuovo lavoro se l’organizzazione non facesse uno sforzo proattivo per promuovere una comunità o una cultura positiva.

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