target al 2040 ma con forti compensazioni

Ue, bagarre clima. Oggi accordo “a sconto”

5 Nov 2025
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I ministri europei si scontrano sui modi di arrivare al 90% di taglio emissioni. Emerge un potenziale 10% di compensazioni. Sul tavolo del compromesso, anche concessioni ad auto e industria

L’Europa manda un altro segnale di confusione e contraddizioni sul clima. Stamattina, dovrebbe sbloccarsi l’accordo tra i ministeri dell’Ambiente dell’Ue, su un obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2040. Il base all’accordo provvisorio definito nella notte, il target sarà più debole rispetto a quanto previsto nella proposta della Commissione, ma si è trattato di un “prendere o lasciare” dopo oltre 18 ore di discussioni tra Paesi ambiziosi in materia di clima come Germania, Spagna e Svezia e Paesi più restii come Italia e Polonia.

Sul numero in sé, in realtà, non ci sono mai stati grossi dubbi: taglio del 90% delle emissioni di gas serra entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990. Ciò su cui i diversi leader europei si sono divisi, piuttosto, è il modo in cui arrivarci e quanta flessibilità concedere durante il percorso. Il compromesso su cui cercano un’intesa i ministri Ue dell’Ambiente rappresenta già una versione più annacquata rispetto alla proposta presentata lo scorso febbraio dalla Commissione europea. Il testo su cui si dibatte prevede infatti una clausola di revisione biennale, chiesta dai capi di Stato e di governo, e un «freno di emergenza» voluto dalla Francia, che consente di rivedere gli obiettivi in caso di crisi economica o energetica.

Uno dei punti più critici, poi, è quello delle compensazioni

Il compromesso prevede una riduzione del 90% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990, ma consente ai Paesi di compensare fino al 5% di tali riduzioni con crediti di carbonio esteri, secondo una bozza di documento visionata da Reuters. Un ulteriore 5% potrebbe essere esternalizzato in un secondo momento, offrendo ulteriore flessibilità agli Stati membri riluttanti.

Durante i colloqui, Polonia e Italia hanno spinto per esternalizzare 10 punti percentuali, con Roma che ha insistito affinché metà del programma fosse finanziato con fondi Ue, richieste considerate da altri un passo troppo lungo per il blocco pro-clima.

L’accordo dovrebbe essere approvato formalmente oggi, per garantire che l’Ue non si presenti a mani vuote al vertice Cop30 in Brasile di giovedì, dove la presidente della Commissione Ursula von der Leyen incontrerà i suoi omologhi globali.

Secondo Politico, inoltre, il progetto di accordo prevede anche modifiche alla legislazione vigente in materia ambientale.

In risposta a una richiesta dell’Italia, i Paesi chiederanno che i «combustibili a zero emissioni e a basse emissioni di carbonio» continuino a svolgere un ruolo nel «trasporto su strada», con riferimento all’indebolimento della graduale eliminazione dei motori a combustione interna prevista dall’Unione per il 2035.

Per placare la Polonia, la bozza di accordo invita inoltre la Commissione a rinviare di un anno l’introduzione di una nuova tassa sul carbonio per i carburanti destinati al trasporto e al riscaldamento, fondamentale per il raggiungimento dell’attuale obiettivo climatico dell’Unione per il 2030. Il testo suggerisce inoltre di concedere all’industria pesante permessi di inquinamento gratuiti nell’ambito del mercato del carbonio dell’Unione per un periodo più lungo di quello previsto.

I 27 ministri dell’ambiente dell’Unione Europea si sono riuniti martedì per decidere i nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni del blocco anche per il 2035. Ma su questo traguardo temporale sembra ci siano anche più difficoltà di un’intesa.

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