Net zero, aumentano gli impegni ma non la qualità

1 Dic 2021
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Secondo un nuovo studio di Net Zero Tracker, nell’ultimo anno, c’è stato un forte aumento degli impegni net zero aziendali, che sono cresciuti fino a coprire quasi 20 trilioni di dollari di ricavi. Tuttavia, la qualità dei pledge potrebbe essere insufficiente per raggiungere gli obiettivi climatici globali. Solo otto dei trilioni coperti da queste promesse, infatti, soddisfano «standard procedurali minimi».

Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 280 “Net zero, sempre più impegni ma non di qualità”), l’analisi pubblicata dall’iniziativa di monitoraggio sugli impegni climatici, nata dalla collaborazione tra l’Università di Oxford, Energy & Climate Intelligence Unit, Data-Driven EnviroLab e NewClimate Institute, rivela la mancanza di chiarezza in aree come le emissioni Scope 3 della catena del valore e l’uso delle compensazioni.

In particolare, secondo Net Zero Tracker, la qualità dei crediti di compensazione varia in modo significativo ed è improbabile che vi sia una sufficiente disponibilità di progetti per contrastare le enormi quantità di emissioni. Più del 90% degli obiettivi nazionali e quasi la metà degli impegni aziendali non specificano come verranno utilizzate le compensazioni per raggiungere gli obiettivi e solo il 10% delle aziende si è impegnato a evitarne l’uso. Meno di un terzo degli obiettivi di net zero aziendale, invece, copre la totalità delle emissioni di Scope 3 e il 25% le copre solo parzialmente.

Inoltre, a livello nazionale, lo studio ha rilevato che solo il 10% degli impegni è incorporato nella legislazione nazionale; il 43% è scritto in un documento politico; il 20% è costituito da dichiarazioni o impegni; e il 14% è in fase di proposta o discussione. Anche il livello di ambizione varia, con oltre la metà degli impegni che puntano a raggiungere il target net zero dopo il 2050.

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